Tassa di soggiorno, come cambiano le tariffe per la nuova stagione

Con la Pasqua e i ponti per il 25 aprile ed il 1 maggio la stagione turistica 2023 è, di fatto iniziata, con una sorpresa poco  piacevole però, l’indiscriminato aumento della tassa di soggiorno

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Tassa di soggiorno (Foto Twitter – bonificobancario.it)

Saranno a breve resi disponibile i termini per l’imposta di soggiorno relativa all’anno fiscale 2023. È già stato chiarito che gli importi dovrebbero essere molti simili a quelli riportati già lo scorso anno. Ma l’aumento dell’inflazione in realtà ci porta a pensare che non sarà affatto cosi- A partire dall’8 maggio saranno disponibili online, la dichiarazione da compilare per riportare l’imposta di soggiorno dovuta per l’annualità 2022.

La dichiarazione telematica è un nuovo servizio disponibile sul sito dell’agenzia delle entrate. Vi basterà andare sul sito, cliccare su “Servizi”, continuare con “Dichiarazioni” ed in fine andare sulla voce “Dichiarazione telematica per l’imposta di soggiorno”.

L’imposta di soggiorno potrà essere introdotta ai comuni inclusi agli elenchi regionali delle località turistiche, alle città d’arte, ai comuni capoluogo ed in fine alle unioni di comuni. Ovviamente questa tassa non è una nuova imposta che tutti noi dovremo pagare per poter semplicemente vive nel comune o nella regione in cui viviamo.

Tassa di soggiorno, come cambiano gli importi

A qualcuno nella vita potrebbe certamente essere capitato di pagarla, probabilmente in qualche viaggio. L’imposta sul soggiorno, infatti, è un’imposta pagata ai semplici turisti stranieri che vengono a visitare i nostri scorci, borghi pittoreschi e splendide spiagge soleggianti.

A fare da garante di questi pagamenti sono i proprietari delle strutture ricettive dei vari territori. Come, ad esempio, i gestori delle strutture o anche i mediatori che se ne occupano per loro. Questa tassa nasce all’inizio dello scorso secolo in Italia per i centri termali e balneari, ha avuto una ridondanza nel ventennio fascista che è proseguita fino al 1989, anno in cui viene poi abolita.

Riportata in vita nel 2009 ha oggi tassazioni diverse a seconda della città italiana che si vuole visitare. Corrisponde a un piccolo versamento necessario essenzialmente per poter passare la notte in un luogo. Non siamo però oggi gli unici ad averla, molte città in giro per l’Europa hanno adottato a loro volta il meccanismo con specifiche variazioni di prezzo legate all’economia locale

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