Sono tre le ipotesi al vaglio del Governo per modificare il servizio di pensionamento anticipato Opzione Donna in vista del prossimo anno.
Il Governo ed i tecnici proseguono il proprio lavoro per mettere a punto il contenuto della manovra, soprattutto in termini di previdenza. Oltre alle questione giovani, si sta valutando anche una modifica di Opzione Donna, il servizio che permette alle lavoratrici di fare richiesta di pensione anticipata.
Ancora non si è arrivati ad una soluzione definitiva, ma ciò che è chiaro è che il prossimo anno il servizio ed i requisiti per accedervi non saranno quelli attuali. Al momento circolano tre ipotesi ed una di queste potrebbe essere la scelta definitiva.
Opzione Donna, le ipotesi di modifica del servizio al vaglio del Governo
Entro settembre si dovrà arrivare ad un’intesa per quanto concerne il contenuto della prossima Legge di Bilancio. L’esecutivo, prima di presentare quella che sarà la proposta finale, sta lavorando maggiormente sulla previdenza, nel dettaglio sulle pensioni per i giovani ed Opzione Donna.
Quest’ultimo è un servizio che consente alle lavoratrici di poter presentare richiesta di pensionamento anticipato con requisiti ridotti rispetto a quello ordinario ed il ricalcolo contributivo dell’assegno. Con l’ultima manovra, però, il servizio è stato limitato ad una strettissima parte di lavoratrici. Per questa ragione, il Governo sta valutando delle modifiche e molto probabilmente i requisiti attuali non verranno confermati per il 2024.
Ad oggi, come scrive Il Sole 24 Ore, sono in campo tre ipotesi. La prima è che si torni alle modalità d’accesso in vigore nel 2022, ossia richiesta di pensionamento a 58 anni d’età, che salgono a 59 per le lavoratrici autonome, e 35 di contributi. Questa, però, sarebbe quella meno probabile. Seconda ipotesi è quella di poter presentare richiesta a 60 anni, ma allargando le categorie di lavoratrici che possono accedere indipendentemente dal numero di figli.
Infine, si starebbe valutando anche la possibilità di introdurre un modello affine a quello dell’Ape sociale, altro servizio di anticipo della pensione. In questo caso, però, invece di accedere dai 63 anni, requisito in vigore per l’Ape sociale, si potrebbe richiedere il pensionamento da 60 o 61 anni.
Tutto è, dunque, rinviato ai prossimi incontri con termine ultimo settembre quando dovrà essere arrivata la decisione finale in modo da presentare la manovra.