Addio Reddito di cittadinanza: si rischia la crisi sociale, le piazze più calde

La sospensione del reddito di cittadinanza per i nuclei senza minori e fragili a carico è realtà a partire dal mese di agosto 2023

Reddito di cittadinanza sospeso agli occupabili (Canva)

Era un provvedimento già annunciato ampiamente nei mesi scorsi. La legge di bilancio aveva stabilito il taglio degli importi delle risorse statali del reddito di cittadinanza attraverso un ritocco ad una platea di percettori.

Reddito sospeso in attesa dell’assegno di inclusione, telefoni dell’Inps in tilt

Reddito ci cittadinanza (Foto Twitter – bonificobancario.it)

Si tratta dei cosiddetti occupabili, coloro che non hanno a carico minori, o disabili o persone oltre i 59 anni e che loro stessi hanno un’età compresa tra 18 e 59 anni inclusi con un valore dell’Isee familiare non superiore a euro 6.000 annui.

Gli occupabili, così come previsto dalla legge di bilancio, perdono il sussidio dopo sette mesi di percezione del 2023. Si tratta di 169.000 nuclei familiari che rappresenta la grossa fette di percettori ai quali il reddito viene sospeso ad agosto.

Infatti la legge dice che per il 2023 la percezione per gli occupabili dura sette mesi. Pertanto ci sarà chi subirà la sospensione nel corso del 2023. La fetta più grossa, però, ha ricevuto la scadenza ad agosto, la scorsa settimana, con un sms dell’Inps. Per costoro dal 1 settembre partirà il nuovo sussidio previsto dal governo Meloni.

Si chiama assegno di inclusione e prevede un sussidio di 350 al mese a coloro che parteciperanno ai corsi di formazione oppure a progetti di utilità sociale. In sintesi, chi ha perso il reddito da l’altro ieri deve recarsi ai centri per l’impiego e rendersi disponibile.

Non è ancora chiaro se basterà la disponibilità ratificata per iscritto, come accadeva già con il reddito di cittadinanza, per ottenere il sussidio. Probabilmente sarà così anche per le pressioni che stanno arrivando al governo non solo dalle opposizioni.

Sia i sindacati, in particolare la Cgil, sia i sindaci hanno sollevato la questione sociale. Inoltre, alcuni sindaci denunciano il fatto che l’assenza di certezze su ciò che accadrà con l’assegno di inclusione che sostituirà il reddito può provocare pressioni agli uffici di assistenza sociale degli enti locali nonché a quelli dell’Inps. A Napoli ci sono state già situazioni di tensione presso alcune sedi dislocate sul territorio partenopeo. Anche a Roma telefoni dell’Inps bollenti da giorni.

 

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