Fallimento Evergrande, gli impatti sull’economia italiana

La notizia era nell’aria da giorni ma adesso è ufficiale, il colosso del settore immobiliare cinese, Evergrande Group ha dichiarato fallimento presso una Corte di New York

Se ne parlava da giorni, da settimane, i più attenti analisti finanziari lo segnalavano, addirittura, nel periodo precedente la pandemia da coronavirus covid-19. Oggi è realtà. Il colosso del mercato immobiliare cinese, Evergrande Group, erede di Henga Group, ha dichiarato la bancarotta presso una Corte di New York. Quella competente perché riferibile al maggior numero di creditori.

Fallimento Evergrande, Center Chongqing (Creative Commons) - bonus.it 20230818
Fallimento Evergrande, Center Chongqing (Creative Commons) – bonificobancario.it

Evergrande Group, dopo gli anni della grandeur economica, intendiamo gli anni a cavallo tra il 1996, l’anno della fondazione avvenuta a Shenzhen nel distretto del Guandong e il 2017 aveva creato un valore superiore ai 22 miliardi di dollari. In quel lasso di tempo, la società fondata da Xu Jiayin, era diventata prima il secondo gruppo della Repubblica Popolare Cinese per dimensioni, e poi un colosso a livello mondiale. Si stima fosse suo il 30% del Prodotto Interno Lordo dalla Nazione.

Fallimento Evergrande, cosa si rischia in Italia

Il Gruppo immobiliare, con la copertura e l’avallo del Governo cinese, aveva con il tempo sviluppato un portafoglio di proprietà enorme. Intere città sono state costruite dal gruppo. In particolare le cosiddette costruzioni intensive con cui aveva, radicalmente, cambiato il volto di importanti centri del territorio cinese. Poi l’errore fondamentale, quello di passare dalla costruzione di manufatti e dalla produzione di oggetti concreti a quello di votarsi alla finanza aggressiva. Per sua natura volatile.

Fallimento Evergrande (Foto X.com) - bonus.it 20230818
Fallimento Evergrande (Foto X.com) – bonificobancario.it

Una scelta stimolata dal nuovo capo del Governo e del Partito Comunista Cinese Xi Jinping. Una scelta che ha lentamente eroso il patrimonio. I primi scricchiolii si sono avvertiti nel 2018 quando il Governo cinese ha imposto alle proprie aziende di rallentare e poi disinvestire i capitali impegnati in Europa e Stati Uniti. Pesce pilota di questa attività fu la Suning, la proprietà dell’Inter calcio che lentamente ha iniziato a non pompare più nei bilanci fuori mercato.

Il resto lo ha fatto la pandemia, che proprio in Cina ha visto la propria nascita, portando Evergrande a subire perdite sempre più rilevanti. Fino alla mattina del 18 agosto 2023 quando la CNN ha comunicato la bancarotta. Ad oggi il gruppo immobiliare è esposto per oltre 330 miliardi di euro, parte dei quali sono crediti in sofferenza di aziende italiane, 2,6 di questo sono in pancia alle azienda di Zhang Jindong il papà del Presidente dell’Inter Steven che adesso rischia tantissimo in termini di tenuta e di investimento. La bolla è esplosa gli effetti tutti da verificare ma saranno finanziariamente drammatici

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