Smart working, cosa sta succedendo nel mondo del lavoro post pandemia

Dall’ufficio allo smart working: quanto è cambiato il modo di lavorare post pandemia? Ecco gli ultimi aggiornamenti

Smart working
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La pandemia ha cambiato completamente la vita di ognuno di noi, sia per quanto riguarda il tempo libero che il lavoro. A tal proposito sono in tanti a doversi misurare ogni giorno con il famoso Smart working. Ma questa è la soluzione giusta ad ogni male?

Sono in tanti a pensare di non voler tornare più in ufficio e chi invece non vuole rinunciare a rivedere i propri colleghi e a interagire dal vivo con loro.

Smart working, cosa sta cambiando nelle grandi città

Smart Working
(picjumbo_com – Pixabay)

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Il concetto di lavoro è cambiato completamente, dal momento che le abitudini di ogni lavoratore sono state stravolte e la normalità ha preso un’altra piega. Lo smart working è ormai un nuovo modo di lavorare e sono in tanti a preferirlo all’ufficio.

Perché? Sono tanti i motivi che spingono a favorire il lavoro da casa, innanzitutto un numero dimezzato di spese sia per il datore di lavoro sia per i dipendenti, avere più tempo per le proprie passioni e hobby.

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“Il concetto di lavoro ha subìto un cambiamento che era atteso da tempo, un cambiamento che riguarda soprattutto la mentalità – ha sottolineato il country manager italiano, Raffaele GigantinoIn questi quasi due anni di lavoro da remoto abbiamo capito che il lavoro è ciò che si fa, non dove lo si fa. I dipendenti si sono abituati al lavoro flessibile e alla consapevolezza che non hanno bisogno di vivere in città costose per lavorare per un certo tipo di azienda”.

Poi ha continuato: “Sta alle aziende trovare il giusto bilanciamento fra controllo della produttività e misurazione delle prestazioni per essere in grado di attrarre e trattenere i talenti migliori, perché una cosa è certa: il lavoro distribuito è qui per rimanere”.

A questo punto si pensa a nuove strategie lavorative per incrementare lo smart working ed incentivare i dipendenti a fare sempre meglio.

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