Auto con targa estera per evadere il fisco: cosa si rischia

Auto con targa estera: non è vietata la circolazione ma spesso è un modo per nascondere qualcosa: come cambia la regola

Auto con targa estera
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Non è difficile trovare nelle grandi città ma anche i paesini di provincia auto con la targa estera, di solito facilmente riconoscibili perché hanno lo sfondo giallo. Non si tratta solo di turisti che hanno deciso di fare un giro turistico nel nostro paese da Nord a Sud: spesso c’è chi utilizza auto immatricolate all’estero per nasconderle al fisco.

Ora la regola cambia, anche per le persone straniere regolarmente residenti presso l’anagrafe italiana. La modifica è stato apportato con l’approvazione della legge che ha avuto il via libera alla Camera lo scorso 21 dicembre – che ha sua volta ha adottato una disposizione europea – che prevede sanzioni con il nuovo Codice della Strada 93-bis.

La novità più importante è che il periodo minimo di residenza necessario per regolamentare la circolazione siestende a tre mesi: da quel momento c’è poi l’bbligo all’immatricolazione della targa nazionale italiana. Ovviamente ciò non riguarda solo le vetture ma anche le movo e i rimorchi.

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Auto con targa estera, le multe se non si rispettano le nuove regole

Ma cosa c’entrano i furbetti con le targhe estere? Già nel 2011 c’era stato un inasprimento delle regole perché il fenomeno della auto con targhe estere (esploso in modo particolare a partire dagli anni Novanta con vetture dei paesi dell’Est dopo il crollo dell’Urss) per evitare l’iscrizione al Pra, il bollo di proprietà e il caro Rc-Auto.

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Ora la nuova stretta: solo tre mesi di tempo da quando è stata presa la residenza, poi bisogna iscriversi all’anagrafe della auto italiana. Per chi non si adegua, multe da 712 a 3.558 euro.

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