Facebook, brutto guaio in arrivo: decisione pesantissima

In casa Facebook è arrivata una notizia che sa molto di doccia gelata. E non è nemmeno la prima volta che succede per Zuckerberg.

Facebook su smartphone
(Pixabay)

Facebook deve fare i conti con una nuova multa a causa della violazione di alcune norme sul mercato e sulla libera concorrenza. Questa volta a punire Mark Zuckerberg è stata la Competition and Markets Authority, ente del Regno Unito.

Quest’ultimo è noto come CMA che, sull’Isola, ha il compito di regolamentare proprio quelli che sono gli spazi del mercato facendo in modo che venga garantita una equa concorrenza. La sanzione colpisce Facebook e soprattutto Meta, che è il nuovo soggetto creato da Zuckerberg.

La nuova società integra Facebook, Instagram e WhatsApp e ha proposto una nuova idea di interazione che va oltre la dimensione del social. Intanto però c’è da pelare questa brutta gatta, con la sanzione amministrativa che è giunta per un motivo ben preciso.

La multa comminata a Zuckerberg ha avuto luogo a causa della acquisizione di Giphy, una start up tra le migliori nell’ambito dell’animazione grafica. L’operazione è avvenuta per un milione e mezzo di euro, ovvero il corrispettivo di circa un milione e 800mila euro.

Facebook, perché è arrivata questa super multa

Social su smartphone
(Pixabay)

Secondo le autorità di controllo il fatto che Fb abbia inglobato Giphy avrebbe violato alcune regole in materia di Anti trust. Per cui la Competition and Markets Authority aveva ordinato subito la cessione della start up appena acquisita.

Almeno in questo caso la multa è risultata di importo assai minore a quella che aveva colpito il noto social network in una prima occasione, con un importo di ben sessanta milioni di euro.

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I timori del CMA stanno nel fatto che, entrando a fare parte della galassia di Meta, questa espansione non ha fatto altro che ingigantire la posizione già di per sé di predominio di FB nell’ambito di quello che è il campo di azione dei social.

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Zuckerberg non avrebbe espresso la volontà di presentare ricorso e pagherà la cifra imposta, ma si oppone all’ordinanza di dovere vendere Giphy.

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