Assegno unico ed errori nell’ISEE, a cosa si va incontro

Errori nella presentazione della domanda relativa all’assegno unico. Come comportarsi e quali potrebbero essere le gravi conseguenze.

Assegno unico ISEE sbagliato
Contributi economici (Foto da Pixabay)

Escono continuamente nuove sovvenzioni per aiutare le famiglie in difficoltà finanziaria. Non sarebbero necessarie se ognuno potesse badare da solo alla propria sopravvivenza, ma vista la mancanza del lavoro e i prezzi delle materie prime il governo ha deciso di dare degli aiuti.

Dal 1° marzo entrerà in vigore l’assegno unico e chiunque voglia usufruirne dovrà fare domanda. Decisiva, per ottenere la sovvenzione, sarà la presentazione di varie documentazioni come quella dell’ISEE il cui valore andrà ad influire sull’agevolazione stessa.

Può capitare che nel presentare la domanda per ricevere l’assegno unico si presentino degli errori dei quali il richiedente potrebbe non accorgersi. Cosa succede in questi casi? E soprattutto, come si fa a rimediare per evitare le pesanti sanzioni a riguardo?

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Come affrontare gli errori nella domanda

Assegno unico ISEE sbagliato
Richieste telematiche (Foto da Pixabay)

Si specifica che la domanda per l’assegno unico e universale viene istruita proprio sulla base dell’ISEE. Quindi se questo riporta degli errori o delle omissioni l’esito finale risulterà inevitabilmente falsato. In questo caso ci sono alcune soluzioni da adottare.

In caso di errori nell’ISEE l’INPS avverte il contribuente per richiedere una rettifica del documento che regolarizzi la propria situazione. A questo punto il cittadino può presentare una nuova DSU che sia priva di errori oppure richiedere al CAF una rettifica della DSU con effetto retroattivo.

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Dal momento in cui l’INPS avverte del problema si ha tempo fino alla fine dell’anno per regolarizzare la giusta documentazione. Nel caso non avvenga il diretto interessato andrà incontro a delle sanzioni che potranno risultare di carattere amministrativo o penale.

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Le sanzioni amministrative possono variare da un minimo di 5.164 euro fino a un massimo di 25.822 euro. Mentre quelle penali prevedono la reclusione dai sei mesi ai tre anni. In questo modo quello che era la richiesta di un sostentamento economico si trasforma in una pena da scontare.

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