Versare i contributi e non ricevere la pensione, più frequente di quanto pensi

Versare i contributi per anni e poi non arrivare a percepire la pensione. Una situazione che non avviene di rado ma ci sono modi per affrontarla.

Versare contributi e non avere la pensione
Contributi e guadagni (Foto da Pixabay)

I lavoratori versano all’INPS una quota del loro stipendio ad ogni mese fino a raggiungere una soglia annua di contributi. Questi servono, tra le altre cose, a garantire una somma pensionistica nel momento in cui il lavoratore raggiungerà gli anni di età, di servizio e di contributi previsti dalla legge.

Visti i molti criteri richiesti, vista la situazione lavorativa in Italia e vista l’attuale crisi economica non è difficile che molte persone non riescano a raggiungere quei limiti imposti dal governo per accedere alla pensione.

In questi casi tutti i contributi versati non vengono restituiti e non si ottiene nulla di pensione. Se non è impossibile cambiare il sistema si può almeno trovare qualche soluzione che permetta di non perdere tutti gli anni di contributi versati.

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Come non perdere i contributi versati

Versare contributi e non avere la pensione
Versamenti (Foto da Pixabay)

Considerando uno stipendio medio di circa 1.200 euro mensili netti si hanno quasi 600 euro di contributi mensili da versare sulla somma lorda. Quindi di 1.800 euro di stipendio lo Stato trattiene mensilmente 600 euro. Se si considerano le 13 mensilità di stipendio si arriva a una somma versata pari a 7.800 euro l’anno.

Considerando lo svolgimento di soli 10 anni di lavoro si calcola che per i totali anni di servizio sono stati versai 78.000 euro di contributi che, non raggiungendo la pensione non verranno mai restituiti. Viene spontaneo chiedersi a cosa è servito versarli se poi non fungono neanche da sostentamento in assenza di pensione e di lavoro.

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In attesa che il sistema cambi con l’obiettivo di non far perdere a nessuno il proprio denaro ci sono delle soluzioni che possono aiutare a rimediare a questa situazione. Una riguarda il computo dei contributi. Ovvero si potrebbe riunire in un’unica cassa i propri contributi, questo ovviamente nel caso in cui i contributi siano stati versati in più casse previdenziali.

Altra soluzione sarebbe quella di aggiungere altri contributi. Si parla in questo caso di contribuzione figurativa o di riscatto di alcuni periodi in cui si è svolta un’attività che può essere riconosciuta, come ad esempio gli anni universitari.

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C’è anche un’altra opzione che prevede l’offerta di versamenti volontari. Questa, come altre opzioni, possono comportare un notevole costo aggiuntivo che è sempre bene valutare con attenzione. Quindi prima di prendere qualsiasi decisione è sempre bene rivolgersi e affidarsi a persone esperte del settore.

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