“L’Economia italiana è debole”, il duro attacco di Confindustria: il motivo

“Confermato il netto indebolimento dell’economia italiana”, sale altissimo il grido d’allarme del Centro Studi della Confindustria. Ecco il motivo

Il Presidente di Confindustria Bonomi
Il Presidente di Confindustria Bonomi (Foto Ansa)

La crisi economica avviata dalla pandemia da coronavirus covid-19 “promette” di non terminare presto. Anzi. Il motivo è legato al fatto che nel flusso del classico ciclo economico, crisi-sviluppo, si è innestato un elemento imprevisto ed imprevedibile.

Parliamo della guerra tra Russia ed Ucraina, conflitto scoppiato lo scorso 21 febbraio con l’invasione del suolo sovrano del Paese guidato da Zelensky da parte delle truppe di Putin. I numeri in tal senso sono impietosi.

Il calo del PIL, il Prodotto Interno Lordo italiano di oltre il 10%, occorso nel 2020, doveva essere recuperato nel biennio 2021-2022 con una crescita composta del 6,6% più il 4,5%. Ma una serie di fattori, che andremo ad analizzare, lo inchiodano ad una crescita di circa il 3,3%. E con stime adattate al ribasso.

Un dato che mette in grande apprensione tutti gli operatori economici nazionali, ed ovviamente il Governo guidato da Mario Draghi. Ed a dare un ulteriore colpo di pessimismo (realismo?) alla situazione già complessa arriva, nel mese di aprile, il classico “outlook” mensile del Centro Studi di Confindustria.

L’outlook del CSC è uno studio che il centro studi del “sindacato” degli industriali rilascia periodicamente per fotografare lo stato dell’arte dell’economia italiana. Ecco che cosa ha evidenziato il report dell’aprile 2022.

Economia Italiana, l’allarme di Confindustria

Confindustria
Confindustria (Foto Twitter)

“Gli indicatori di marzo – si legge nella versione uffiicale del report del Centro Studi di Confindustria – confermano il netto indebolimento dell’economia italiana”. E non solo “il peggioramento è causato” dal combinato disposto dell’aumento del costo delle materie prime e del rincaro del prezzo dell’energia.

Le motivazioni, secondo il CSC, sono ovviamente e direttamente legate al conflitto in Ucraina. Conflitto che aumenta l’indisponibilità di materiali e le incertezze complessive. Effetti che si sommano alla crisi nata dall’esordio della pandemia da coronavirus covid-19.

Drammatica la chiosa, “l’andamento dell’economia per il mese di aprile 2022 è compromesso” e soprattutto, “le prospettive sono cupe”. Anche in questo caso i numeri nella loro freddezza spiegano meglio di ogni argomentazione. Il settore delle Piccole e Medie Imprese è sceso dal 58,3 al 55,8.

Per non tacere dello stallo dei servizi passati ad un valore di 52,1 partendo da 52,8. In netto calo anche la fiducia delle imprese che scende sotto il 100. Drammatico il dato sul turismo che nel trimestre gennaio-marzo vede un -15% secco di visite dall’estero.

Tutti fattori per i quali Confindustria punta il dito contro il Governo Draghi che, secondo l’associazione guidata da Bonomi, ad oggi ha messo in campo strumenti poco efficaci per contenere gli aumenti del costo di materie prime ed energia.

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