Contributi non versati, scoprite adesso se il datore non lo ha fatto

Contributi non versati da parte dell’azienda, una pratica purtroppo diffusa a danno dei dipendenti: cosa fare

Contributi non versati
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Purtroppo non sono rari i casi dove lavoratori dipendenti, alla fine di un contratto di lavoro durato anche anni, hanno scoperto di non aver nulla per la pensione. Nonostante percepissero regolarmente lo stipendio, il datore non aveva mai provveduto a versare i contributi all’Inps.

Se i lavoratori autonomi devono provvedere da sé a mettere ogni anno in un salvadanaio una certa percentuale di guadagni da girare poi nelle casse del proprio ente previdenziale, per i dipendenti le cose sono diverse. Questi devono solo preoccuparsi di controllare che il versamento avvenga, senza dover mettere materialmente i soldi.

Non versare delle quote ai fini pensionistici è una grave infrazione da parte dell’azienda e il datore di lavoro rischia. Vediamo come fare per controllare e come difendersi.

Contributi non versati, come controllare

Secondo la legge, per i lavoratori dipendenti i contributi obbligatori in totale sono il 33%. La percentuale (chiamata tecnicamente aliquota contributiva) è pari per 9,19% a carico del lavoratore e per il 23,81% a carico del datore di lavoro.

Se il datore non versa quanto deve, nei suoi confronti possono essere applicate delle sanzioni specifiche per ogni dipendente al quale ha mancato il versamento, anche se questo avviene in parte. Le sanzioni possono essere di tipo civile, penale e amministrative.

Per verificare se i versamenti sono in regola, il lavoratore può farlo accedento al sito dell’Inps tramite lo Spid e cercare l’estratto conto contributivo accedendo prima alla sezione Prestazioni e servizi e Fascicolo previdenziale del cittadino. Così come l’estratto conto della banca riepiloga i movimenti in entrata e in uscita sul conto, questo strumento fa lo stesso con i contributivi accreditati.

Se al lavoratore qualcosa non quadra, può chiedere innanzitutto alla stessa azienda e sarà anche possibile recuperare tutti i dati coinvolgendo direttamente l’Inps.

L’Istituto può provvedere al recupero degli importi entro 10 anni dalla data effettiva presupposta per il versamento. I contributi previdenziali si prescrivono dopo un periodo di 5 anni ma allo stesso tempo di possono allungare per il doppio se c’è una denuncia da parte del dipendente.

La questione è complessa ma il lavoratore che riesce a provare di aver lavorato per un determinato periodo ma in relazione a ciò non ci sono i contributi, può rivolgersi a un legale.

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