Antonio Maria Rinaldi, da paladino del sistema bancario ad euroscettico

Antonio Maria Rinaldi è uno dei personaggi televisivi del momento, presente in tutti i principali talk show per dibattere sui temi caldi, dal gas russo al referendum sulla Giustizia

Antonio Maria Rinaldi INTERNA
Antonio Maria Rinaldi (Foto Facebook)

Uno dei personaggi, che in questa tarda primavera del 2022 ha occupato, con più minutaggio e costanza gli spazi televisi di informazione e dei talk show è l’Europarlamentare della Lega per Matteo Salvini Premier Antonio Maria Rinaldi.

Non c’è tema, dalla crisi economica in corso alle conseguenze della guerra tra Russia ed Ucraina, passando per le strategie sull’approvvigionamento delle materie prime, fino ai referendum sulla Giustizia del prossimo 12 giugno sul quale il tecnico, amatissimo da Matteo Salvini, non venga interpellato.

La questione, in se, non avrebbe nulla di clamoroso o di notiziabile se non fosse per il percorso dell’economista. Un percorso che, negli anni a cavallo tra la fine degli Anni Ottanta ad oggi, lo ha visto sposare tutto ed il contrario di tutto.

Mescolando, in una miscellanea difficile da dipanare, opinioni diametralmente opposte tra di loro. Scopriamo insieme qualcosa di più sul percorso di Antonio Maria Rinaldi e sul perché è così amato e ricercato dagli organi di informazione.

Antonio Maria Rinaldi e la svolta sovranista

Antonio Maria Rinaldi
Antonio Maria Rinaldi (Foto Facebook)

Antonio Maria Rinaldi è nato a Roma il 27 febbraio 1955 da due esponenti di quello che può essere definito il generone della Capitale. La mamma è la nobile, anche se il titolo è formalmente abolito, Isabella Rossini discendente dirette del celebre Gioacchino.

Il papà, Rodolfo Rinaldi è stato in sequenza Presidente del Banco di Santo Spirito la banca romana per eccellenza, l’antenata dalla Banca di Roma e di Unicredit, vice Direttore della Banca Nazionale del Lavoro e soprattutto, a fine carriera, rappresentante unico per l’Europa della più popolare banca d’affari del mondo, la banca dei grandi gruppi industriali la Chase Manhattan Bank.

Rinaldi junior segue le orme del padre, si laurea, giovanissimo, in economia e commercio alla prestigiosa, e costosa, università della Confindustria, la Luiss e da inizio Anni Ottanta fino alla fine del primo decennio del Duemila, lavora per tutto quel mondo che negli ultimi anni ha criticato aspramente.

Parliamo in sequenza del Gruppo Fiat, della Banca di Roma, della Amerikan Service Bank, della Consob e dell’azienda di Stato ENI. Poi come detto intorno al 2010 la prima svolta.

Rinaldi, seguendo le orme del suo mentore, il Professor Paolo Savona, intraprende la professione di docente e si avvicina sempre di più ai gruppi sovranisti, euroscettici ed anti sistema bancario.

Da quel momento l’ascesa politica è rapida e passa da un iniziale innamoramento per il Movimento 5 Stelle ad un passaggio repentino alle Lega di Matteo Salvini che lo candida alle Elezioni Europee dove con 48501 preferenze viene eletto Europarlamentare.

Il resto è cronaca. Dalle posizioni no euro, alla critica dell’establishment e dei “poteri forti”, passando per un complottismo molto spinto. Una sorta di nemesi delle proprie origini e della prima parte della propria vita professionale.

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