Cosa devi sapere se vuoi aprire una Partita Iva

Ci sono alcune infornazioni molto importanti di cui si deve assolutamente tenere presenti ancora prima di effettuare la procedura stessa.

partita iva
(Adobe)

Di questi tempi, di certo, ci sono svariate categorie di lavoratori che non se la stanno passando molto bene.

Questo è poco ma sicuro, dato che con il sopraggiungere della crisi economica, energetica, e di altro ancora, riuscire a sbarcare il lunario non è cosa assai semplice. Insomma, in un periodo come quello che stiamo affrontando, i precari hanno tutto il diritto di avere un po’ più ansia degli altri.

E, a dire la verità, non è semplice nemmeno per tutti coloro che, al momento, possiedono una Partiva Iva. Ma, d’altra parte, a onor del vero, non possiamo negare che, rispetto a un dipendente, chi sceglie la condizione di autonomo è sempre stato in balia, per così dire, dell’insondabile.

Naturalmente, quindi, dato che la Partita Iva non la prescrive il medico, prima di fare qualsiasi cosa, bisognerebbe essere sicuri al cento per cento che è quello che si vuole, e, per forza di cose, scandagliare i pro e i contro.

Comunque sia, nel caso, invece, siate convinti e assolutamente determinati, allora, almeno per quanto riguarda la procedura iniziale, non si parla di qualcosa di complicato.

Anzi, a dire la verità, in questa fase, non si ha bisogno di un commercialista, perché basta recarsi all’Agenzia delle Entrate, muniti di un documento di identità. A quel punto, aprire la Partita Iva sarà un’operazione a dir poco veloce.

Se preferite, però, avete pur sempre la possibilità di mandare una raccomandata con ricevuta di ritorno. Ma, in sostanza, alla fine, avrete ottenuto niente altro che undici cifre che saranno il vostro codice univoco, sia che siate una persona fisica che una società.

Gli altri dettagli

Ricordate, però, che bisognerà disporre di quest’ultimo almeno trenta giorni prima dall’inizio dell’attività prescelta. C’è da tenere presente, inoltre, che ogni attività rientra in un insieme di voci che sono identificate dal cosiddetto codice ATECO.

Mi raccomando, perché è importante scegliere la categoria adeguata. Naturalmente, però, ancora prima di avviare il tutto, è necessario avere bene chiaro qual è il regime fiscale in cui si rientra. In effetti, al momento, esiste il Regime Forfettario e il Regime Ordinario.

Senza entrare troppo nei dettagli, possiamo sicuramente affermare che la prima tipologia possiede delle sostanziali agevolazioni ed è adatto per chi non supera una certa soglia di reddito.

Invece, con la seconda, si avrà modo di scaricare le spese che si effettuano proprio per l’attività in questione. Insomma, ci sono tante informazioni che di certo vi potrà approfondire meglio un professionista del settore.

Ma tant’è, perlomeno, limitiamoci a ricordare che ci sono altri tre punti che si è obbligati a rispettare. Anzitutto, dovrete essere iscritti a una cassa previdenziale, poi dovrete emettere fattura per ogni ricavo e, infine, inviare la dichiarazione dei redditi annuale.

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