Sconcertante quanto guadagnano questi lavoratori

La retribuzione netta del lavoratore co.co.co. continua a lasciarci sconcertati: ecco quali sono le condizioni di retribuzione.

Stipendio netto lavoratori cococo condizioni retribuzione
(Adobe)

I lavoratori co.co.co. (sigla che sta per collaboratore coordinato continuativo) sono considerati una via di mezzo tra un lavoratore autonomo e uno dipendente. Le conseguenze pratiche di questa condizione contrattuale incidono principalmente sulla retribuzione. Lo stipendio di un lavoratore co.co.co., infatti, arriva sotto forma di ricevuta fiscale, dove sono indicati sia il lordo che le tasse da versare sulla prestazione effettuata.

A questo punto è dunque naturale chiedersi: quant’è la retribuzione netta che resta in mano al lavoratore co.co.co.? E come viene calcolata questa cifra? Trovandosi nel limbo che intercorre tra il lavoro dipendente e quello autonomo, il lavoratore co.co.co. non ha i benefici connessi a un trattamento contrattuale, come ad esempio le ferie o i permessi di malattia.

Come si calcola lo stipendio netto di un lavoratore co.co.co.?

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Ma non è nemmeno tenuto a versare l’Iva, come nel caso dei lavoratori propriamente autonomi. Al lavoratore co.co.co., inoltre, spetta un assegno di disoccupazione che prende il nome di Dis-Coll, simile alla Naspi. E anche un’indennità di malattia come per gli iscritti alla gestione separata dell’INPS.

Al lavoratore co.co.co. non spetta uno stipendio fisso, proprio in virtù del suo tipo di prestazione lavorativa semiautonoma. Lo stipendio varierà dunque in base all’attività svolta e al settore di riferimento in cui si opera. Al co.co.co., inoltre, possono essere conferiti benefit come alloggi, auto aziendali e via dicendo.

A livello contributivo il versamento è così ripartito tra committente e lavoratore: 1/3 è versato dal committente, i 2/3 del dovuto dal lavoratore. Un lavoratore co.co.co., inoltre dovrà pagare:

  • Irpef mensile;
  • addizionali Irpef regionale e comunale.

Essi hanno inoltre diritto a detrazioni fiscali, come ad esempio sulle spese sanitarie. Lo stesso non può dirsi invece dei lavoratori autonomi con partita Iva, che non possono detrarre le spese mediche dalla dichiarazione con modello unico. Riassumendo, dunque, dal lordo del co.co.co. vanno detratte le quote Irpef sopraelencate e i contributi previdenziali.

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