Assegno Unico INPS: beffa per tante famiglie, adesso è ufficiale

Assegno Unico INPS, nonostante lo preveda la legge, un diritto ancora non è stato garantito per tanti cittadini

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Un aumento previsto per legge ma è noto che quando lo Stato deve pagare non è sempre così veloce come quando deve ricevere. Lo sanno bene le oltre 40mila famiglie che hanno quattro o più figli a carico. Da otto mesi sono ancora in attesa delle maggiorazioni dell’Assegno Unico.

Del caso ne parla ancora una volta il quotidiano Avvenire che da tempo sta seguendo questa vicenda che sta mettendo in difficoltà le famiglie che davvero hanno bisogno.

Il quotidiano cattolico riporta la notizia che Associazione nazionale famiglie numerose, presieduta dalla coppia Alfredo e Claudia Caltabiano e che si fa portavoce di almeno 128mila famiglia che hanno 4 figli a carico, ha scritto all’Inps e a due ministre: quella del del Lavoro e delle politiche sociali Maria Elvira Calderone e Eugenia Roccella, titolare del dicastero per la Famiglia. La richiesta, mettere subito a disposizione le somme dovute.

In modo particolare le famiglie penalizzate sono quelle che hanno figli con 22 e più anni (dunque fuori dall’Assegno Unico) ma ancora a carico e hanno il riconoscimento di famiglia numerosa. Infatti il decreto legislativo 230 del 2021 (che ha istituito l’Assegno) prevede due maggiorazioni per le famiglie numerose. Per ogni figlio successivo al secondo – in base all’Isee, per un importo massimo di 85 euro.

C’è poi anche una maggiorazione universale, che non considera l’Isee, per chi ha quattro o più figli di 100 euro per nucleo.

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Ma perché si è giunti a questo stallo? Secondo l’Osservatorio politico Anfn è per via di un’interpretazione della norma errata e a questioni procedurali.

In pratica chi ad esempio ha due figli minori a carico, uno di 21 anni e un altro di almeno 22, non ha ricevuto la maggiorazione. Lo stesso Inps ha chiarito questa norma, sostenendo che la maggiorazione è dovuta perché si considera l’Isee del nucleo. È stato aggiornato
il modulo per la trasmissione delle domande potendo inserire i figli con più di 21 anni. Ad oggi, però, dei soldi nemmeno l’ombra.

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