Manovra Meloni: quali sono le sue prime scelte da premier

Si tratta sicuramente di un momento critico e ricco di problematiche da risolvere. Vediamo le intenzioni iniziali.

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Giorgia Meloni (Instagram)

Il governo Meloni che, come ricordiamo, si è insediato soltanto di recente, si trova necessariamente a dover affrontare, in taluni casi anche in maniera urgente, diverse problematiche.

D’altra parte, lo sappiamo bene, quello attuale non è sicuramente un momento storico semplice né per la popolazione italiana né, per l’appunto, per coloro che si trovano a dover amministrare e prendere decisioni importanti.

Naturalmente, quindi, un occhio di riguardo sarà per la cosiddetta legge di bilancio che si tratta, quindi, della prima occasione per venire a capo del problema economico che attanaglia l’Italia ormai da molto tempo.

Si attende, perciò, una manovra che, anzitutto, probabilmente dovrà fare i conti con due temi caldissimi, in altre parole, i costi dell’energia e il conseguente caro bollette che sta assottigliando il portafoglio degli italiani.

Comunque sia, non bisogna dimenticare nemmeno numerosi altri provvedimenti che riguardano, per esempio, la flax tax, le pensioni, il Reddito di Cittadinanza, il taglio del cuneo fiscale, e via discorrendo.

Gli altri dettagli

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Diciamo che, in effetti, la mole di lavoro non è assolutamente esigua per il nuovo esecutivo che dovrà dimostrare, peraltro, di essere all’altezza delle aspettative del Bel Paese che gli ha dato una grande fiducia durante le elezioni dello scorso settembre.

A tal proposito, Ylenja Lucaselli, nonché membro della Commissione Bilancio, ha fatto alcune precisazioni riguardo, per l’appunto, la legge di bilancio.

Nel dettaglio, si è soffermata sulla liquidità a disposizione che dovrebbe superare i 30 miliardi di euro dei quali, però, 21 saranno preposti proprio per cercare di contenere i prezzi delle bollette.

Invece, per quanto riguarda il già menzionato RdC e il SuperBonus si pensa che si utilizzeranno i fondi strutturali europei che non sono ancora stati spesi. Questi circa 7 miliardi, quindi, è molto facile che saranno approvati successivamente dalla UE.

Inoltre, un altro aspetto che preme particolarmente alla premier in carica è il taglio del cuneo fiscale. L’obiettivo auspicato in questo senso sarebbe di arrivare fino al 5 per cento, percentuale che, però, forse ora non è possibile raggiungere.

Il motivo è che le risorse, al momento, dovrebbero confluire precipuamente sulla questione del caro energia. Così, tuttora si può sperare soltanto nel taglio del 2 per cento.

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