Settimana corta a scuola: quanto si risparmia davvero

Settimana corta a scuola, può essere davvero un’ottima soluzione per tagliare i costi energetici? Il caso del Friuli Venezia Giulia

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Ormai si parla di risparmio in qualsiasi settore del Paese. Il caro bollette fa paura anche se al momento dei piccoli sospiri di sollievo ci sono stati viste le anomale (e comunque preoccupanti) temperature ancora alta.

Già da prima che riprendessero le attività scolastiche si era discusso di come poter risparmiare negli istituti. In effetti tutti possiamo testimoniare che tra poca attenzione e menefreghismo, nelle sedi spesso si lasciano luci accese ovunque, anche dove non c’è bisogno.

Al centro del dibattito anche il modo su come ridurre i giorni di scuola ma senza far perdere le ore di lezioni agli studenti. Polemiche c’erano state ad esempio a seguito di due proposte di altrettanti sindaci friulani, Campoformido e Pozzuolo, di chiudere le scuole il sabato con l’obiettivo di risparmiare sulle bollette del riscaldamento.

Settimana corta a scuola: i conti

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Dopo e proteste di genitori e consiglieri comunali di minoranza, però, ecco il dietrofront delle amministrazioni. L’opposizione di Campoformido in una lettera ha fatto sapere che il risparmio sarebbe stato solo di 4mila euro all’anno. Un cifra troppo bassa da giustificare la chiusura delle classi di sabato.

“L’ente locale mette le risorse a disposizione, ma è l’amministrazione scolastica deputata a garantire il servizio, dice Anna Armone, direttrice della rivista trimestrale di Scienza dell’Amministrazione scolastica, in un’intervista a Orizzontescuola.it. Una scelta del genere è dunque possibile ma devono essere coinvolti tutti gli organi preposti.

Insomma, l’Ufficio Scolastico e il Comune devono prima trovare un accordo e inoltre non è una decisione che si può prendere ad anno scolastico in corso.

Diverso tono l’intervento di Ugo Previti, segretario regionale Uil Scuola Friuli Venezia Giulia. È dell’opinione che i risparmi vanno fatti ma altrove e non nella scuola che deve essere in presenza e il diritto allo studio non può essere subordinato alle esigenze del risparmio in bolletta.

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