Con la nuova manovra di bilancio il governo ha attenzionato la questione del Bonus Cultura e il ministro ha proposto modifiche per la 18App.
18App è il cosiddetto Bonus Cultura dedicato ai giovani di 18 anni, per i quali è previsto un contributo di 500 euro da spendere in acquisti culturali. In questa categoria rientrano ad esempio concerti, biglietti per spettacoli teatrali o culturali, ma anche l’acquisto di tablet o computer, corsi di lingua. In questo senso, il Bonus Cultura è molto simile al Bonus Docenti, dedicato a tutti i dipendenti scolastici di ruolo per l’acquisto di prodotti delle stesse categorie.
Con il nuovo governo, però, alcune cose sono cambiate: prendiamo ad esempio le nuove disposizioni sul Reddito di Cittadinanza (abolito a fine 2023) oppure sul Superbonus edilizio 110%. Tra i bonus interessati da modifiche vi anche quello di 18App, che secondo le parole del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano necessita di una revisione rispetto ai criteri di attribuzione e anche nel nome.
Il ministro della Cultura vuole assegnare il Bonus Cultura su base ISEE
Innanzitutto è opinione di Sangiuliano che 18App vada abrogata a favore di una Carta Cultura, che renda più esplicita già dal nome la sua finalità. “È necessario ridefinirla e rinominarla, affinché questo strumento diventi realmente una modalità di consumi culturali per i giovani orientandoli alla lettura di libri, alla visita di mostre, ai corsi di lingua e alla musica“, ha dichiarato il ministro.
Ha poi aggiunto di voler introdurre una soglia ISEE che escluda persone appartenenti a famiglie con redditi elevati. Inoltre occorrerebbe mettere a punto un vero meccanismo anti truffe. Rispetto alla possibile abrogazione di 18App si sono espressi in molti. Uno tra tutti Matteo Renzi che ha accusato la maggioranza di aver “paura della cultura” in un post pubblicato sul suo profilo Twitter.
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Il ministro Sangiuliano, a fianco del deputato di Fratelli d’Italia Federico Mollicone, ha però assicurato che i fondi per il Bonus Cultura sono disponibili. E soprattutto saranno dedicati esattamente a questo ambito. Si tratta di circa 230 milioni euro che andrebbero a confluire in un nuovo FUS, rinominato Fondo Nazionale per lo Spettacolo.
