La banca non chiude il conto corrente? Ecco cosa dovete fare

Se banca non chiude il conto corrente il cliente può procedere con un ricorso pagando una piccola quota: avviene tutto online

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Non sono mancati casi in un cui il cliente di una banca ha difficoltà a chiudere un conto corrente. Oggi lo abbiamo tutti, per l’accredito dello stipendio o della pensione, ma può capitare che per vari motivi si vuole cambiare banca.

Al cliente può non convenire più il conto presso quell’istituto perché nel frattempo sono cambiate le condizioni contrattuali o perché è stata chiusa la filiale più vicina. Se la banca non procede alla chiusura nonostante la richiesta, cosa bisogna fare?

La banca non chiude il conto corrente: come procedere

I contratti dei conti correnti sono diversi tra loro. Alcune banche ad esempio offrono servizi gratuiti (ad esempio, sul prelievo in contanti), altre invece prevedono il pagamento di una commissione.

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In linea generale però sono uguali sotto alcuni aspetti. Non è possibile ad esempio recedere il contratto da un giorno all’altro ma bisogna dare sempre un preavviso.
Si può recedere dal contratto dando comunicazione attraverso la Pec, chiedendo l’invio del modello da utilizzare per la richiesta ufficiale.

Inoltre la banca non può chiedere di sostenere dei costi per la sola chiusura del conto. Le uniche spese che può chiedere sono quelle che riguardano la gestione del conto (il canone, imposta di bollo, eventuali passivi e interessi) sorti al momento della chiusura.

Se entro il termine stabilito dal contratto, generalmente non oltre i tre mesi, in questo caso bisogna attivarsi affinché l’istituto faccia quanto abbiamo chiesto.

Per il mancato rispetto del termine di chiusura, la banca non solo dovrà rimborsare gli eventuali costi che sono stati sostenuti dal correntista ma pagare anche i danni, se ci sono. È possibile poi fare reclamo per iscritto alla banca che deve rispondere entro 60 giorni. Se la questione ancora non è risolta, si può presentare ricorso all’Abf, l’Arbitro bancario finanziario.

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Si può agire direttamente online sul sito dell’Arbitrato. Bisogna però pagare poiché il ricorso costa 20 euro. In alcuni casi si può presentare il ricorso in formato cartaceo. A questo link ci sono tutte le informazioni.

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