Busta paga 2023: chi avrà l’aumento di 500 euro

Busta paga 2023: alcuni lavoratori riusciranno a portare a casa qualcosa in più anche se i soldi sembrano non bastare mai

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Il taglio del cuneo fiscale è uno dei provvedimenti più importanti della Legge di Bilancio perché incide direttamente sulle tasche degli italiani. L’effetto è positivo per i lavoratori dipendenti, pubblici o privati, che hanno una busta paga.

Il provvedimento prevede il taglio del cuneo al 3% più la proroga dell’esonero contributivo del 2% e infine una tassazione al 5% per i premi di produttività. Vediamo nel dettaglio quali sono le categorie di lavoratori dipendenti che potranno beneficiare dell’aumento.

Godranno della decontribuzione al 3% i cittadini che hanno redditi fino a 25.000 euro e al 2% dai 25.001 euro e 35.000 euro. Ma come viene riconosciuta la decontribuzione al 3%? Innanzitutto ricordiamo che per cuneo fiscale s’intende la differenza tra il pagamento lordo e netto in busta paga, dunque quella parte che se ne vanno in tasse e non solo.

Secondo la premier Meloni questo è un segnale di quanto si vuole fare in cinque anni di legislatura. Parla di “detassazione più conveniente per i lavoratori con un contratto subordinato” che vede la maggiorazione di un ulteriore 1% “rispetto alla proroga del 2% che era stato introdotto dal precedente esecutivo da Draghi”.

Aumento busta paga 2023: quante persone sono coinvolte

Secondo i dati pubblicati dall’Istat sembrerebbe la decontribuzione al 3% coinvolgerà circa 15,4 milioni di lavoratori dipendenti. Di questi, purtroppo, almeno 4 milioni hanno un reddito che non supera la soglia dei 7.500 euro.

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Quindi avranno l’opportunità almeno per tutto il 2023 di una riduzione delle tasse in busta paga pari a un punto percentuale rispetto al 2021. Sono soldi che saranno percepiti direttamente in busta paga.

A conti fatti parliamo di pochi euro e con l’inflazione che continua a salire e nei prossimi mesi non è destinata a scendere, è un palliativo che si rivela comunque indispensabile per le famiglie che stanno avendo sempre più difficoltà ad arrivare a fine mese.

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Il problema è che avere più soldi in tasca è come un cane che si morde la coda. Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea, in un’intervista a un quotidiano croato ha spiegato che con i salari in aumento c’è il rischio che anche l’inflazione aumenti.

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