Risparmiare acqua: pochi italiani sanno come si fa

Imparare a risparmiare acqua è di fondamentale importanza, sia in un’ottica di sostenibilità che rispetto ai costi della gestione domestica.

Come risparmiare acqua
(Katja Just – Pixabay; bonificobancario.it)

In tempo di crisi economica ed energetica imparare a risparmiare è di primaria importanza. Quando si parla di risorse idriche, ad esempio, il discorso diventa ancora più complesso. La questione non può riguardare soltanto il caro-bollette o i costi della gestione domestica, ma anche la sostenibilità e il rispetto per l’ambiente.

A tal proposito, a gennaio dello scorso anno è entrata in vigore una direttiva europea che disciplina il diritto di accesso all’acqua potabile per i cittadini. Essa ha fatto seguito all’iniziativa Right2water, promossa da 1,8 milioni di persone. E inoltre ha risposto all’esigenza di aggiornare la precedente normativa risalente al ’98, al fine di garantire un migliore e più oculato accesso alle risorse idriche e ai servizi igienico-sanitari.

Per risparmiare acqua si può cominciare dalle abitudini alimentari

La direttiva del 2022 dovrà essere reperita dagli stati membri entro quest’anno. Essi dovranno introdurre limiti più stringenti agli sprechi e all’inquinamento delle acque (pensiamo ad esempio alle microplastiche). Oltre a ciò si dovranno realizzare sistemi agricoli più sostenibili, incoraggiare il consumo dell’acqua di rubinetto e aumentare l’attività di sensibilizzazione della popolazione in chiave anti-spreco.

L’Italia, ad esempio, è il Paese che detiene il primato di acqua dolce prelevata per uso potabile e ciò non fa altro che mettere in evidenza una certa tendenza allo spreco. Tale situazione è dovuta soprattutto allo stato delle infrastrutture, ove lo spreco di acqua in fase di trasporto ammonta a ben il 40%. Ma non solo: gli Italiani risultano spesso poco consapevoli rispetto alla questione dello spreco idrico.

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Quelli più consapevoli, di contro, sono coloro che riescono a mettere in atto qualche trucco della nonna antispreco. Partire dalle proprie abitudini alimentari, ad esempio, può essere una prima soluzione. Quando si parla di acqua per uso alimentare, infatti, bisogna considerare anche il cosiddetto water footprint. Cioè l’uso collaterale di acqua che si fa nelle preparazioni alimentari domestiche.

Consumare carne, ad esempio, ha un impatto idrico maggiore rispetto all’uso di vegetali. Anche prediligere prodotti a coltivazione biologica potrebbe essere un modo per risparmiare acqua in modo indiretto. O anche consumare prodotti locali o di stagione, la cui coltivazione risulta sicuramente meno dispendiosa rispetto a quella di prodotti non naturalmente presenti in un determinato periodo dell’anno.

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