Città balneari: Santanché pronta ad accogliere la proposta di 26 comuni

I Comuni che ospitano almeno un milione di turisti all’anno potrebbero beneficiare di una legislazione pensata ad hoc per i periodi di massima affluenza.

Città balneari proposta ministero Turismo Daniela Santanché
(Instagram – bonificobancario.it)

Le hanno chiamate città balneari, in riferimento al loro essere mete turistiche, soprattutto durante i periodi estivi. Tra le città balneari, tuttavia, non figurano solo mete campane, sarde, siciliane, pugliesi, emiliano o toscane. Ma anche alcuni centri del nord Italia interessati da un turismo copioso durante le settimane invernali.

Alcuni esempi sono Lignano Sabbiadoro in Friuli Venezia Giulia e Bibione, Caorle, Cavallino-Treporti, Chioggia, Jesolo e Rosolina in Veneto. In tutto le città balneari sono 26 comuni sparsi in tutta Italia che hanno deciso di avanzare una richiesta al Ministero del Turismo, presenziato da Daniela Santanché.

Città balneari: la manovra è necessaria, ma bisogna muoversi con cautela

La loro speranza è quella di istituire uno status che gli consentirebbe di gestire mediante una legislazione speciale alcuni dei servizi interni, dato il netto aumento della popolazione nei mesi estivi. La Santanché dal canto suo si è subito detta d’accordo con la proposta e ha intenzione di convocare una riunione al ministero entro 15 giorni. “I tempi ci sono, ce la faremo“, ha affermato la ministra.

Le città balneari necessitano di poter adattare i servizi interni alle esigenze stagionali. A tal proposito la sindaca di Riccione Daniela Angelini ha parlato chiaramente: “le nostre non sono città come le altre. Durante i periodi di massima affluenza vediamo decuplicare la popolazione rispetto al numero dei residenti e ci serve una legislazione su misura che tenga conto di problemi come sicurezza e raccolta dell’immondizia“.

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Per questo è necessario poter aumentare i servizi quando vi è più affluenza e ridurli in caso non ve ne sia necessità. Anche in un’ottica di risparmio delle risorse pubbliche. La manovra comporterebbe infatti una spesa consistente per le casse dello Stato, per cui la Santanché ha subito specificato che è necessario agire con cautela e in maniera ponderata.

Istituendo lo status di città balneari per i 26 comuni in questione, essi potrebbero ad esempio accedere a bandi di finanziamento pubblico che gli sarebbero altrimenti preclusi a causa del basso numero di residenti fissi durante tutto il corso dell’anno.

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