Cosa succede alla tua pensione se riscatti la laurea? Il simulatore INPS

Sul sito dell’INPS c’è uno strumento di simulazione per il riscatto della laurea, pensato per conoscere gli effetti del riscatto ai fini pensionistici. 

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(Mudassar Iqbal – Pixabay; bonificobancario.it)

Andare in pensione con un bagaglio sufficiente di anni di contributi alle spalle sembra essere un vero e proprio miraggio. Non tanto per le generazioni dei cosiddetti boomer e baby boomer (che ad oggi riescono a beneficiare di riforme quali Quota 100, 102 e 103). Ma soprattutto per quelle successive, che si sono trovare a entrare in un mondo del lavoro caratterizzato sicuramente da una maggiore precarietà.

Per questo motivo la possibilità di riscattare i propri anni di formazione universitaria ai fini pensionistici è una pratica che ha iniziato a far gola a molti. Tanto che sul sito dell’INPS è ora a disposizione dei cittadini un simulatore aggiornato pensato proprio per questo: conoscere gli effetti del riscatto della laurea sulla futura pensione.

Riscatto della laurea: due modalità per ottenerlo

Come si legge nella comunicazione dell’ente pensionistico, “si ricorda che i risultati della simulazione sono calcolati solo sulla base delle informazioni inserite in modo anonimo dal richiedente e devono essere considerati indicativi e orientativi. Qualora l’utente lo desideri, potrà utilizzare gli altri servizi dell’Istituto per ottenere stime più precise, basate sui dati dell’utente presenti negli archivi INPS. Nella sezione ad accesso riservato l’utente potrà anche inoltrare la domanda di riscatto all’Istituto“.

Il problema più grande riguardo al riscatto della laurea, tuttavia, sta nell’elevatissimo costo che questa pratica prevede. Esistono due modalità per il riscatto della laurea: quella ordinaria e quella agevolata, entrambe subordinate all’ottenimento effettivo del titolo di studio, sia nel caso di lauree triennali, che magistrali o a ciclo unico. A ciò si aggiungono anche i dottorati di ricerca, oltre a particolari titoli accademici.

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Si può decidere di riscattare anche solo una parte dei propri anni di formazione universitaria ed effettuare il pagamento dei propri futuri contributi a rate (fino a un massimo di 120 versamenti in 10 anni). Ciononostante l’onere rimane. Nel caso del riscatto ordinario, riservato a tutti coloro che si sono laureati e hanno iniziato a lavorare prima del 1996, il costo è legato al proprio reddito. Oppure all’incremento della pensione che si ottiene a seguito del riscatto.

Nel caso del regime agevolato, invece, si parla di un forfait di circa 5.360 euro per ogni anno da riscattare. Tale opzione, introdotta e regolamentata a partire dal 2019, è dedicata ai laureati lavoratori e non a partire dal 1997.

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