Riforma delle tasse Meloni: ecco chi ci guadagnerà

La riforma delle tasse voluta dal governo Meloni ha lo scopo di rivoluzionare il sistema fiscale italiano, ma chi beneficerà delle novità?

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(Instagram – bonificobancario.it)

Il nuovo governo guidato da Giorgia Meloni si è insediato al Colle in un periodo di innegabile crisi economica ed energetica, ma le intenzioni del presidente del consiglio sono state chiare fin dall’inizio. Prendere in mano le redini del Paese per rivoluzionarne alcune strutture. In particolare Meloni ha deciso di puntare su una riforma delle tasse.

È arrivato il tempo di una riforma fiscale che costruisca un nuovo rapporto tra lo Stato e i contribuenti“, ha infatti dichiarato in occasione di un’intervista con Il Sole 24 Ore. Facendo riferimento alle riforme fiscali che sta portando avanti con la nuova Legge di Bilancio 2023. Tra le più note vi è quella del taglio del cuneo fiscale: in questo modo si è previsto l’esonero contributivo del 3% per i redditi da lavoro dipendente fino a 25mila euro e del 2% per i redditi fino a 35mila.

Riforma delle tasse per combattere l’evasione: le manovre del governo Meloni

Ma non solo, ancora nella lunga intervista per il quotidiano di economia il presidente del consiglio ha parlato di come il governo voglia puntare di più sull’adempimento spontaneo in materia di tasse. Una prima manovra in tal senso è stata la sanatoria per le cartelle esattoriali da 1.000 euro risalenti al periodo 2000 – 2015. Ma anche la Legge Delega sta lavorando in questo senso.

L’obiettivo è quello di “rivoluzionare il rapporto tra fisco e contribuente e fare in modo che l’evasione si combatta prima ancor che si realizzi. Facendo parlare in modo preventivo l’Amministrazione finanziaria con i cittadini“, ha dichiarato Giorgia Meloni. Altra intenzione è quella di riformare le fasce contributive, portandole dalle attuali 4 a 3 e imponendo una tassazione Irpef del 27% a tutti i redditi entro i 50mila euro annui.

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Riguardo il rapporto con le piccole e medie imprese il governo sta lavorando a un concordato preventivo biennale, che Meloni ha riassunto in questo modo: “tu per due anni paghi quel dovuto e se fatturi di più non mi dai nulla, in cambio non ti sottopongo a controlli“. Mentre per le multinazionali e le grandi imprese si vuole puntare sulla cooperative compliance. Ovvero un confronto preventivo tra imprese e Agenzia delle Entrate.

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