Irpef e Iva | Governo Meloni | Cambia tutto

Il governo guidato da Giorgia Meloni ha delegato il ministro dell’economia a lavorare sulla riduzione dell’Iva e delle aliquote Irpef.

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(Canva – bonificobancario.it)

Con un decreto delega il nuovo esecutivo guidato da Giorgia Meloni ha passato la palla al viceministro dell’Economia Maurizio Leo in materia di riforma Irpef e Iva. L’intenzione è quella di ridurre le fasce contributive da 4 a 3, unificando seconda e terza fascia in un unico scaglione che potrà beneficiare di una percentuale di contribuzione Irpef agevolata. I redditi fino a 50mila euro, infatti, beneficeranno di un’aliquota Irpef al 27%, di contro al 35% attualmente dovuto.

Inoltre Leo sta lavorando sulla riduzione dell’Iva per i beni di prima necessità. “Nel settore alimentare, ad esempio, abbiamo il 4% per il pane, il 10% per la carne e il pesce e un 22% per una bottiglia d’acqua minerale, andare a razionalizzare è assolutamente necessario“, ha affermato il ministro in occasione del convegno sui cinquant’anni dall’introduzione dell’Iva organizzato dall’ordine dei commercialisti.

Irpef e Iva: il ministro Leo sta lavorando alle nuove manovre fiscali

Tra le altre manovre da attuare per il comparto economia vi è anche quella del taglio di alcune agevolazioni. Già gli scorsi governi avevano cercato di agire in materia di agevolazioni, alleggerendone il contorto sistema e gli iter burocratici che conseguono dall’assegnazione dei numerosi sconti previsti dallo Stato. I risultati, però, sono sempre stati minimi e anzi in alcuni casi il numero di sconti concessi è aumentato ancora di più.

In tal modo il governo spera di reperire i fondi necessari ad attuare le manovre su Irpef e Iva. Ma il presidente di Confindustria Bonomi è intervenuto esprimendo dissenso rispetto alla riforma del fisco. La motivazione principale è che per Bonomi occorre puntare tutte le risorse sulla questione del cuneo fiscale.

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Andando a riformare solo le aliquote, a suo avviso, non risolverà i problemi economici del Paese. Anzi, l’Italia necessiterebbe di una normativa nuova e più organica, secondo lui. Stesso dissenso anche per quanto riguarda la flat tax, che ha alzato il tetto per beneficiare dell’aliquota agevolata al 15% del regime a Partita Iva forfettario da 65mila a 85mila euro.

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