Quali sono le ragioni per cui la banca può bloccare il conto corrente e qual è la procedura da seguire per la riattivazione in quei casi?
Aprire un conto corrente ci permette di svolgere numerose azioni finanziare in comodità. Per questa ragione quando questo viene bloccato dalla banca ci si trova ad affrontare una serie di problemi logistici non trascurabili. Ma partiamo dal principio: innanzitutto quali sono i motivi per cui un istituto di credito può decidere di bloccare un conto corrente?
Ciò capita in molteplici casi, ad esempio morte dell’intestatario o del cointestatario di un conto, inadempienze gravi del correntista, attività di riciclaggio, pignoramento del conto da parte dell’Agenzia delle Entrate. Oppure in caso di ripetuti accessi errati all’home banking. per ognuna di queste evenienze vi sono iter e tempi di sblocco differenti.
Conto corrente bloccato: quali sono i motivi e come procedere alla riattivazione
Nel caso di morte dell’intestatario, ad esempio, è necessario presentare la documentazione per la successione alla banca prima che questa possa procedere alla riattivazione del conto. Stesso procedimento è valido nel caso di co-intestazione del conto. Nel caso del blocco antiriciclaggio, invece, la normativa prevede la compilazione di un questionario da parte del titolare del conto.
In particolare in questo documento dovrà essere contenuto:
- documento di identità;
- dati personali;
- dati patrimoniali.
Previa notifica e richiesta della banca, trascorsi 60 giorni l’istituto di credito procederà al blocco del conto corrente nel caso il correntista non invii il questionario in esame. Quando si parla di inadempienze gravi, invece, si fa riferimento a conto in rosso o scoperto non sostenibile. Per veder invertita la decisione della banca sarà necessario risolvere il problema rimpinguando il conto.
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Infine, nel caso di pignoramento del conto da parte del fisco, da società o terze parti, il debitore dovrà saldare il proprio debito per potersi vedere sbloccato il conto corrente. A tal proposito bisogna tenere presente che esistono dei limiti alla quantità di denaro che può essere prelevata per saldare un debito con terze parti. Nel caso di creditori che non siano il fisco, inoltre, è necessaria un’autorizzazione del tribunale per poter agire al blocco del conto corrente.