Bonifico, seguite questi consigli per evitare noie con Agenzia delle Entrate

Fare un semplice bonifico o una disposizione banale di pagamento a volte può far scattare l’alert nei controllori dell’Agenzia per le Entrate

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Bonifico (Foto Twitter – bonificobancario.it)

Sapete che, se non comunicate un bonifico, fatto in vostro favore, nella dichiarazione dei redditi, correte il rischio di essere additati come sospetti da parte del fisco? Peggio ancora se effettuate un bonifico senza le opportune attenzioni nelle causali e nella valute scattano gli alert bancari e della stessa Agenzia per le Entrate? Le conseguenze poi potrebbero anche non risultare affatto piacevoli.

Se temete di incappare in questa casistica vi consigliamo di leggere e capire come evitare noie. Uno o una serie di bonifici non dichiarati, infatti, viene direttamente visto come un’entrata annuale non dichiarata. E quindi, non tassata. Il che rientra, secondo l’Agenzia delle Entrate, nella definizione di evasione fiscale.

Dovete sapere, inoltre, che il fisco ha libero accesso a tutte le varie entrate ed uscite delle banche e di conseguenza, se ritiene ce ne siano i motivi, può entrare nei conti sospetti senza l’autorizzazione del proprietario. In ordine di verificarne la regolarità.

Bonifico, come evitare i controlli formali

Esistono certo somme che possono in un primo momento essere ritenute sospette perché non dichiarate. Anche se non c’era da parte del contribuente l’obbligo primo di dichiararle. Entrate simili sono ad esempio il risarcimento di un danno in seguito ad incidenti o simili.

La vincita in denaro di un gioco a premi o di un gratta e vinci, della vendita di un oggetto usato, online o di persona ed in fine la donazione i un genitore o un regalo di nozze in denaro. Queste entrate infatti rientrano, diciamo, tra quelle che non vengono dichiarate. Ma proprio per questo è anche necessario che esista una prova di ciò. Nel caso venga a qualcuno un dubbio, dovete avere modo di provare che quest’entrata è stata, in primo luogo lecita, ed in secondo luogo, di appartenenza alla categoria sopracitata.

Sebbene infatti moralmente, il cittadino sia “innocente fino a prova contraria”, nel caso in cui un bonifico non si registrato e dichiarato, il fisco può presumere il contrario. Il Testo Unico sulle Imposte sui Redditi infatti parla diversamente. Secondo questo il fisco può liberamente presupporre che un’entrata non dichiarata sia frutto di un’evasione. Fino a prova contraria

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