Testamento, quando gli affini entrano nell’asse ereditario

La legge italiana di fatto viete di diseredare i parenti diretti e di escluderli dal testamento. Ma cosa succede se gli eredi sono affini

Testamento bonificobancario.it 20230425
Testamento (Foto Twitter -bonificobancario.it)

Quello che affrontiamo oggi è un tema che molti eludo ma che inevitabilmente coinvolge tutti, le ultime volontà testamentarie. Al momento della morte, infatti, molti parenti verranno automaticamente esclusi dall’eredità, ad esempio i cognati e gli affini. Ma esistono situazioni dove i cognati e gli affini del defunto vengono inclusi nell’asse ereditario?

Sebbene almeno in Italia esista un grande attaccamento alla famiglia e ci si riferisca ai parenti del coniuge come fossero parenti propri, la legge vede questi come affini e non come parenti diretti. Portando quindi un’esclusione diretta dall’asse ereditario di un eventuale defunto benestante. Questo salvo alcune piccole eccezioni, che ora andremo a vedere nel dettaglio.

Nel caso in cui il defunto non abbai fatto testamento allora, l’eredità passa direttamente e ai figli e al coniuge. Escludendo parenti lontani e affini. Nel caso invece in cui un testamento valido esista, i cognati potrebbero rientrare nell’asse ereditaria, vediamo come.

Testamento, cosa succede con gli affini

Il testamento deve esplicitare il fatto che il redattore di esso aveva come intenzione quella di nominare un cognato come erede, assieme ai figli e al coniuge. In questo caso, anche se i beneficiari dell’eredità aumentano, vanno comunque rispettate le quote minime previste per legge in favore dei figli e del marito o della moglie.

Nel caso in cui questa quota non venga rispettata, i legittimari, ovvero figli e coniuge, possono impugnare il testamento e chiedere che questo venga rispettato. Questo potrebbe portare ad una detrazione, almeno in parte, della quota destinata a terzi. I cognati possono inoltre, risultare tra i sostituti degli eredi legittimi, in caso questi siano o defunti o impossibilitati a ricevere l’eredità.

La situazione deve però essere necessariamente specificata nel testamento, poiché la sostituzione ereditaria, normalmente, non coinvolge i cognati, ma bensì i figli dell’erede o il coniuge. In terzo luogo, nel caso in cui il defunto voglia lasciare in eredità al cognato un bene specifico, uscendo fuori dalle quote dei legittimari, può fare risultare questo come “legatario”, senza incorrere in polemiche o conseguenze che annichiliscono il volere espresso in vita

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