Smart working, cosa cambia a luglio per i fragili e i genitori di Under 14

Salvo nuove proroghe da parte del Governo Meloni il prossimo 30 giugno scadono le tutele sullo smart working per i lavoratori fragili ed genitori di Under 14. Cosa cambia e cosa potrebbe accadere

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Smartworking fragili under14 (Foto Twitter – bonificobancario.it)

Dopo oltre 3 anni di lavoro da casa, in modalità telelavoro, agile o smart gli ultimi lavoratori rimasti in modalità smartworking, torneranno in sede. Vediamo quali sono i dettagli del nuovo cambiamento. Il prossimo 30 giugno, infatti, il mondo che abbiamo conosciuto con la pandemia da coronavirus Covid-19, smetterà ufficialmente di esistere anche in Italia.

Scadrà, infatti, l’ultima proroga rimasta per lo smart working quella riservata ai lavoratori fragili ed ai lavoratori con figli minori di 14 anni a carico. Ma questo nello specifico, cosa vuole significare? Qual è il reale impatto che questo cambiamento avrà sui lavoratori e sulla società?

Ebbene, terminata l’emergenza covid, sono scomparse lentamente tutte le misure di prevenzione messe in gioco, per poter limitare il diffondersi ulteriore dell’epidemia. Ora però, che il virus non è più ritenuto un rischio per la popolazione, la gente sta tornando lentamente alla vita di tutti i giorni pre-covid.

Smart working, in scadenza le tutele per lavoratori fragili e genitori di Under 14

Da poco è stato anche detto che la decisione sull’obbligo della mascherina verrà messo in mano degli ospedali, salvo reparti specifici. Lo smart working era già stato esteso. In origine doveva scadere a marzo. varie polemiche avevano fatto optare per un’ulteriore proroga al 30 giugno. Per un periodo si era anche pensato di estenderlo ulteriormente fino a fine anno, ma recenti svolte sulla questione hanno fatto optare per il mantenimento della data definitiva sul 30 giugno.

Dal 1° luglio quindi, tutti i lavoratori ritenuti fragili e quelli con figli a carico, minori di 14 anni, rientreranno in sede lavorativa. Si tornerà in presenza essenzialmente. La decisione fa, giustamente, storcere il naso a molti.  I numeri e la produttività, nel periodo in cui i lavoratori lavoravano, quando e dove possibile, da casa, avevano subito picchi vertiginosi di efficienza ed efficacia.

Per non parlare dell’impatto su ambiente e tempi di vita. Il covid ha avuto un grande impatto sulla psiche degli italiani come per il resto del mondo. Ma il problema sembra sempre essere stato messo in discussione o direttamente ignorato dai governi che si sono susseguiti, dall’inizio della pandemia ad oggi. Non c’è attenzione ai messaggi che i numeri, gli unici reali indicatori, ci stanno mandando

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