Legge di Bilancio 2024, scelte obbligate per il Governo Meloni: il motivo

L’avvicinarsi dell’autunno mette al centro del dibattito politico le scelte per il DEF e soprattutto per la Legge di Bilancio 2024

Passato Ferragosto, a dispetto delle ferie in corso e della canicola, il dibattito Pubblico, e in particolare quello politico, iniziano a guardare alle scadenze dell’autunno e dell’inverno. Si parte, come di consueto, con le interviste ai principali giornali e media televisivi per poi, approdare ai grandi appuntamenti politici come il Meeting di Comunione e Liberazione e delle feste di Partito.

Legge di Bilancio 2024, Palazzo Finanze - bonificobancario.it 20230821
Legge di Bilancio 2024, Palazzo Finanze – bonificobancario.it

E proprio da uno di quei palchi, dal Meeting di Comunione e Liberazione, sono arrivate le prima indicazioni, già molto nette in verità, su due passaggi decisivi della politica. Parliamo nello specifico del DEF, il Documento Economico Finanziario e della Legge di Bilancio per l’Anno 2024. Due strumenti tecnici, ma decisivi, per il funzionamento dello Stato italiano.

Legge di Bilancio 2024, le scelte

Il primo viene scritto materialmente dai tecnici del Ministero dell’Economia e delle Finanza e indica nel dettaglio tutte le cifre che il Governo, in particolare il Ministro preposto, intendono utilizzare per il nuovo anno. È in sostanza quello che indica quanto e come si può spendere. Da esso deriva direttamente il secondo che invece viene varato sotto forma di Legge dal Parlamento, Senato più Camera su proposta del Governo.

Legge di Bilancio 2024, Governo Meloni (Foto Flickr) - bonificobancario.it 20230821
Legge di Bilancio 2024, Governo Meloni (Foto Flickr) – bonificobancario.it

I due strumenti, come si può evincere, sono strettamente collegati anzi sono uno direttamente dipendente dall’altro. E come anticipato in questi giorni sono arrivate le prime indicazioni. Una è già netta e chiara, la manovra sarà in deficit, il Governo Meloni, infatti, ha a disposizione solo 4 su 25-30 miliardi di cui si compone la manovra. E per questo, come specificato dal titolare del MEF, Giorgetti, si guarda con grande attenzione alle cifre del DEF e soprattutto alla indicazioni dell’Unione Europea.

E qui la questione si fa calda e complessa. Tra guerra, fallimento Evergrande in Cina e crisi della Germania la UE ha difficoltà ad allargare le maglie del Patto di Stabilità, quello che sovraintende le scelte economiche dei Paesi. E qui Giorgetti è chiaro. L’obiettivo del Governo Meloni non è generare nuovo deficit ma cambiare il paradigma del Patto di Stabilità stesso con l’obiettivo di farlo entrare in vigore già dal 1° gennaio 2024 in tempo per il varo della Legge di Bilancio. È quasi un Everest da scalare ma l’alternativa è tra una manovra di basso cabotaggio, un nuovo massiccio ricorso al debito o, peggio ancora, nuovi tagli e nuove tasse

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