Pensioni, arriva la svolta. Finalmente il sogno di molti si avvera

Perequazione, la nuova parola che fa parlare di sé è che sembra aprire nuove porte agli assegni previdenziali.

Incremento
Incremento (foto da pixabay)

La parola che ora è sulla bocca di tutti è perequazione. Ovvero una rivalutazione degli assegni previdenziali volta all’adeguamento delle pensioni. L’obiettivo è quello di adeguare le pensioni all’attuale stile di vita. Quindi dovrà essere l’andamento del costo della vita attuale dettare le regole di base per ponderare un nuovo bilancio pensionistico.

Si parla di perequazione, ovvero la rivalutazione di 22,8 milioni di assegni previdenziali in base all’inflazione. Per questa rivalutazione saranno necessari almeno 4 miliardi, dato che per il 2021 è stato stimato un costo della vita pari al 1,5%. Questo secondo le previsioni presentate dalla Nadef.

Altro dato da non sottovalutare sarà la scelta del metodo che verrà utilizzato per distribuire i tanti assegni. Un fattore che dovrà essere presto considerato dato che quello del 2019 scade alla fine di quest’anno.

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La rivalutazione pensionistica

Soldi
Guadagno (foto da pixabay)

Il valore relativo alla modifica delle pensioni dipenderà quindi dalla soluzione adottata per le rivalutazioni. Secondo gli scaglioni già conosciuti i valori di riferimento saranno di 126 euro lordi l’anno per le pensioni fino a 1.500 euro lordi al mese, ovvero quelle 3 volte la pensione minima. Fino ad arrivare ai 1.027 euro medi extra per gli assegni più importanti, cioè per quelli 9 volte sopra il minimo.

L’obiettivo quindi sarà quello di applicare a tutte le pensioni l’indice Foi elaborato dall’Istat. Quindi sia le pensioni dirette, come quelle di vecchiaia anticipata, che le indirette, come quelle ai superstiti, saranno adeguate ai prezzi di consumo relativi alla vita attuale.

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Va ricordato che nel 2021 le pensioni non furono rivalutate, in quanto l’inflazione prevista in via provvisoria per il 2020 era risultata negativa. Quest’anno invece dovrebbe esserci un aumento.

Perciò saranno le famiglie di operai e di impiegati tra il 2021 e il 2022 che dovrebbero gettare le fondamenta per la rivalutazione dei 22,8 milioni di assegni volti all’adeguamento delle pensioni.

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