Blocco dei licenziamenti, la decisione del Governo che spiazza tutti

Blocco dei licenziamenti. Se da un lato ha permesso ai lavoratori di affrontare la pandemia dall’altro ha creato una vero e proprio blocco del lavoro. Ma adesso, come si riparte?

Blocco del lavoro
Blocco del lavoro (foto da Pixabay)

Il blocco dei licenziamenti è una questione che ha avuto inizio circa un anno e mazzo fa. Il governo Conte Bis si era ritrovato nel bel mezzo di una situazione che lo poneva tra due fuochi. La pandemia sembrava privare le persone in maniera fisica e concreta del proprio posto di lavoro ma contemporaneamente il governo doveva impedire che questo accadesse.

La soluzione fu il blocco dei licenziamenti che, sia in Italia che nel resto d’Europa, poteva avere un senso, soprattutto anche grazie all’aiuto fornito dalle casse d’integrazione. Il blocco dei licenziamenti prevedeva, come suggerisce il nome stesso, misure che obbligavano le imprese a non licenziare i dipendenti per motivi economici. In cambio avevano la possibilità di accedere alla cassa di integrazione con condizioni più vantaggiose rispetto al passato.

Una soluzione che arrivò il 17 marzo 2020 e che forse, per certi aspetti, aiutò le famiglie italiane ad affrontare la pandemia con un minimo di tranquillità in più. Ma tutti sapevano che questa non era una condizione che si sarebbe potuta protrarre troppo a lungo. Ora che il governo dichiara di avere la pandemia sotto controllo come si affronterà lo “sblocco” del blocco licenziamenti?

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Il lavoro che riparte

Teamwork
Teamwork (foto da Pixabay)

Arrivati a questo punto dove le vaccinazioni sembrano fare il loro effetto e la pandemia potrebbe trovarsi in fase regressiva bisogna pensare ai lavoratori. In questo contesto il blocco dei licenziamenti sembra ricoprire più un’importanza politica e ideologica che economica.

Infatti anche il blocco dei licenziamenti, come molte altre cose, può essere un’arma a doppio taglio. Se da una parte ha aiutato ad affrontare periodi difficili, dall’altro crea una vera e propria ingessatura di tutto il sistema lavorativo. La digitalizzazione e l’innovazione in generale creano ogni giorno nuove possibilità di lavoro alle quali non è possibile accedere se le imprese non possono rilasciare i loro dipendenti.

Quello a cui si aspira è di tornare alla normalità, ma se questo risulta essere quasi un miraggio allora si dovrebbe aspirare a migliorare la vecchia normalità. I lavoratori non chiedono altro che la possibilità di lavorare senza la paura costante di perdere il proprio posto ma con la possibilità di accedere a un lavoro migliore nel caso lo trovino. D’altra parte le aziende vorrebbero essere tutelate nel poter assumere i dipendenti che aiutano la crescita aziendale e lasciare agli altri la possibilità di trovare la propria strada.

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Quindi si resta in attesa di una decisione del governo su a questo argomento, con la consapevolezza che ogni decisione dovrebbe essere presa esclusivamente per il bene del lavoratore e del Paese in generale.

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