Rincari sull’acqua in bottiglia a partire da gennaio: le cifre degli aumenti

Il vicepresidente della Mineracqua, Ettore Fortuna, ha chiesto un aumento dei prezzi dell’acqua in bottiglia, a partire da gennaio: il motivo della proposta.

Bottiglie d'acqua
(Hans Braxmeier – Pixabay)

Il prezzo dell’acqua in bottiglia, a partire da gennaio, dovrà aumentare del 10-15%. Questa la richiesta di Mineracqua stando alle parole del suo vicepresidente Ettore Fortuna. Un appello rivolto direttamente al Governo a cui è stato proposto un tavolo tecnico per discutere della questione.

La motivazione alla base della proposta? Salvare alcune etichette del Bel Paese che potrebbero vedersi costrette ad abbandonare il mercato.

Rincari acqua in bottiglia: urgono aumenti da gennaio per salvare le etichette

Bottiglie d'acqua
(Arkkrapol Anantachote – Pixabay)

Un aumento dei prezzi dell’acqua in bottiglia che oscilli tra il 10 ed il 15% a partire da gennaio. Questa la richiesta di Mineracqua, riporta Il Sole 24 Ore, per scongiurare la possibilità che una delle 300 etichette italiane operanti nel settore vengano costrette a lasciare il mercato.

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Ad affermarlo al quotidiano economico, il vicepresidente dell’Associazione Ettore Fortuna il quale vorrebbe un incontro con le Istituzione alle quali sarebbe pronto a mostrare dati a supporto del lanciato allarme. A determinare la critica circostanza, in primis quello degli aumenti del costo del Pet per la produzione degli imballaggi salito nel 2020 dell’84%. Stesso dicasi per il vetro e per il costo dell’energia. Tutti incrementi che ovviamente incidono sui margini di guadagno. L’acqua, ha spiegato Fortuna, infatti costerebbe quasi zero ma è l’imbottigliamento che ne determina il 90% del costo di produzione. In Italia questo settore darebbe già di per sé bassissimi ricavi, ora con gli aumenti si parlerebbe addirittura di perdite.

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Per tale ragione la Mineracqua non chiederebbe un aumento ma piuttosto un adeguamento, avrebbe dichiarato il vicepresidente dell’associazione a Il Sole 24 Ore, che si attesterebbe intorno ad un +10-15% rispetto ai prezzi attuali il che si tradurrebbe – parlando di una bottiglia che costa 0,10euro- in circa 2 centesimi.

Qualora ciò non dovesse avvenire, ha proseguito Fortuna, il rischio è che le imprese dovranno effettuare ingenti tagli che andranno a discapito delle occupazioni e degli investimenti. Attualmente questo settore darebbe impiego a ben 45mila persone che d’un tratto potrebbero trovarsi senza impiego.

Urge, quindi, un rapido intervento da parte del Governo che ponga in essere misure a tutela del settore.

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