Caro bollette, come e dove vuole intervenire il governo: si cercano i fondi per contrastare il salasso di luce e gas
Il caro delle tariffe è un tema scottante come saranno le prossime bollette in arrivo per milioni di italiani, sia a casa che in azienda. Il governo è al lavoro per un decreto e gli aiuti dovrebbero arrivare in due diversi momenti.
L’esecutivo vuole intervenire sul Decreto Sostegni Bis, in vigore da meno di un mese, per andare incontro alle esigenze di famiglie e imprese già messe a dura prova dal Covid e dalla precedente crisi.
Nella legge di Bilancio 2022 c’è la possiblità di rateizzare le bollette del primo quadrimestre ma gli importi restano comunque aumentati di circa il 50% rispetto a un anno fa ed è evidente che una decisione del genere non basta.
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Caro bollette, in arrivo gli aiuti: quali soluzioni allo studio
La soluzione è dunque necessaria soprattutto per chi ha già tante difficoltà ad arrivare a fine mese ma allo stesso momento non è certamente semplice. Secondo indiscrezioni, gli interventi volti ad aiutare potrebbero essere due, uno nell’immediato per far fronte all’emergenza e un altro più accurato e strutturato, da studiare attentamente, in un secondo momento.
Come sempre in questi casi ovviamente il primo problema è come e dove reperire le risorse che potrebbero essere di circa 4 miliardi di euro.
Grossomodo, le richieste delle imprese riguardano il raddoppio produzione nazionale di gas in modo da assicurare la cessione ai gasivori a prezzi molto più bassi e l’utilizzo dell’energia attualmente ritirata dal Gse, così da destinarla alle industrie in difficoltà ma con lo stesso prezzo di ritiro.
Il provvedimento dovrebbe arrivare la settimana prossima e si resta in attesa della convocazione del Consiglio dei Ministri per discutere il tema. Ci saranno certamenti correttivi anche per la cessione multipla dei crediti fiscali.
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Il divieto previsto dal decreto Sostegni terdel 27 gennaio ter ha previsto tale misura per arginare le frodi avvenute soprattutto con il Superbonus ma allo stesso momento ha bloccato i cantieri, lasciati a metà dopo l’apertura.
