Titoli di Stato (Btp): il rendimento a confronto con un buono fruttifero

I titoli di Stato (Btp) possono consentire di effettuare ottimi guadagni: a quanto ammontano su un periodo di 36 mesi e qual è la differenza con un buono fruttifero?

Titoli di Stato Btp guadagno buono fruttifero
(Stockfotos-MG – Adobe Stock)

I titoli di Stato, cosiddetti BTP, sono dei prodotti finanziari emessi dal Dipartimento del Tesoro con cedola fissa che viene corrisposta ogni sei mesi. Tali titoli possono essere emessi con differenti scadenze dai 3 ai 50 anni, e vengono erogati con una procedura definita “asta marginale”.  Il loro rendimento varia in base sia al flusso cedolare, alla differenza derivante tra il prezzo al momento della sottoscrizione o dell’acquisto che al valore nominale il quale viene restituito alla scadenza.

Attualmente i BTP starebbero rendendo molto bene, ma quanto effettivamente? In questo articolo vi spiegheremo quanto si può guadagnare su un periodo di 36 mesi rispetto ad un buono fruttifero 3×4.

Titoli di Stato (Btp): quanto si guadagna rispetto ad un buono fruttifero 3×4

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(moerschy – Pixabay)

Il buono fruttifero 3×4 consente di poter effettuare investimenti per i primi 3 anni senza alcun tipo di perdita sugli interessi. All’esito di questo periodo verranno applicati – riporta la redazione di Proiezioni di Borsa– al capitale i coefficienti di 1,00300300 lordi e 1,00262763 netti. Il che si traduce in un guadagno di 18,39 euro. Maggiore sarà il tempo in cui si possiede tale prodotto, maggiori saranno gli incassi.

I Btp con codice ISIN IT0005408502 vedono una cedola lorda annua pari all’1,85% de staccata nel lasso di tempo che va dal 1° gennaio al luglio con scadenza a 39 mesi fissata al 1° luglio 2025. Attualmente, considerato il loro prezzo, il rendimento effettivo netto annuale è cieca dello 0,732%.

In sostanza – riferisce la redazione di Proiezioni di Borsa– per acquistare 7mila euro nominali è necessario mettere sul piatto 7.227,50. A questo si devono aggiungere i costi di commissione ed il rateo di interesse. Ma questo investimento si tradurrebbe in guadagno semestrale pari a 57 euro netti, fino alla naturale scadenza.

Quindi raffrontando i due prodotti converrebbe proprio il Titolo di Stato. Il rovescio della medaglia però consisterebbe nell’impossibilità di vendere il BTP prima della sua scadenza. Pur dando certezza che non si perderà la quota iniziale, questa verrà data solo a scadenza.

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