Assegno unico figli maggiorenni: l’Inps fa una scelta clamorosa

Assegno unico figli maggiorenni fino ai 21 anni, stretta da parte dell’Istituto di Previdenza che attua una stretta

Assegno Unico
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Sono tanti in cittadini che stanno ricevendo gli assegni dopo le richieste avanzate in questi mesi ma per molte domande, circa 22.500, è stato l’Istituto Nazionale di previdenza Sociale ha fare una richieste, volendo della documentazione aggiuntiva.

Nella maggior parte dei casi è successo dove ci sono figli maggiorenni. Ricordiamo infatti che è possibile usufruire della misura anche per i figli che hanno dai 18 ai 21 anni e in alcuni casi anche se lavorano ma non superano una certa soglia.

Proprio per i maggiorenni ci sono più verifiche come l’Istituto ha chiarito nel messaggio numero 1714 pubblicato il 20 aprile 2022. Sono la pratica dove l’istruttoria automatizzata non è sufficiente e c’è bisogno di comprovare il possesso dei requisiti inviando altri documenti che non si possono reperire in automatico presso la pubblica amministrazione.

Affinché i maggiorenni fino al compimento dei 21 anni possano ottenere il Bonus, è necessario che al momento della presentazione della domanda e per tutto il periodo nel quale la prestazione viene riconosciuta, frequenti un corso di formazione scolastica o professionale o che sia iscritto all’Università, faccia un tirocinio o lavori, purché il reddito complessivo non superi gli 8 mila euro, che sia ufficialmente disoccupato e dunque registrato come tale presso gli uffici dell’impiego, e infina che svolga il Servizio Civile.

Assegno Unico, la doppia soglia da rispettare

Per chi rientra nella prima condizione, l’Inps vuole che la frequenza o l’iscrizione bisogna comprovarla così come chi ha un contratto di apprendistato. Per quanto riguarda la seconda condizione, il giovane che lavora, nel messaggio numero 1714 del 20 aprile è stato specificato che il reddito complessivo è dovuto dalla somma di tutti redditi imponibili e che il figli che ha superato i 18 anni e che convive con uno o entrambi i genitori, facendo parte del nucleo familiare, non deve possedere un reddito complessivo superiore agli 8mila euro.

Il figlio che ha superato i 18 anni ma che non convive, “viene attratto”, si legge, dal nucleo familiare se ha meno di 26 anni, ed è a carico ai fini Irpef e non è coniugato con figli. In questo ultimo caso devono esserci due condizioni: nel secondo anno solare antecedente, il reddito complessivo lordo del figlio maggiorenne ha un limite massimo di 4 mila euro e nell’anno al quale si fa riferimento il reddito lordo non deve superare gli 8 mila euro.

Detto in altre parole, se il figlio tra i 18 e i 21 anni vive fuori vasa, ha una doppia soglia da rispettare: quella che fa riferimento al 2020 con a dichiarazione del 2021 e quella attuale che è un reddito presunto perché non si sa con certezza quanto guadagnerà quest’anno.

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