Obbligo pannelli solari nel 2025: la proposta dell’Ue

Obbligo pannelli solari per liberarsi dalla dipendenza energetica russa il prima possibile: cosa prevede l’idea che arriva da Bruxelles

Obbligo Pannelli solari
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La guerra oltre agli incalcolabili lutti in termini di vite umane sta innescando una spirale negativa con effetti devastanti anche in altri ambienti. La distruzione delle città è un danno materiale ma anche ambientale e in modo particolare con il conflitto ora in corso in Ucraina sta rimeddendo in discussione le politiche energetiche perché è coinvolta la Russia, il paese dal quale la maggior parte d’Europa di approviggiona di gas.

Un’arma importante quella che Mosca ha tra le mani. Ma come è già successo nella storia, un evento negativo può innescare processi positivi. Questa volta a beneficiare sembra essere proprio – finalmente – l’energia.

L’Unione Europea vuole dare una svolta importante per voltare pagina a favore delle politiche Green e vuole svincolarsi dalla dipendenza energetica verso la Russia: la proposta è rendere obbligatori i pannelli solari per gli edifici commerciali e pubblici entro il 2025 e i nuovi residenziali entro il 2029.

Obbligo pannelli solari: procedure burocratiche più snelle

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La proposta è stata annunciata dalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen che ha definito il piano “ambizioso ma realistico”. L’idea è contenuta nel RePowerEu, un programma avanzato dai 27 Stati membri per lasciare quanto più presto possibile e in modo definitivo Mosca e il suo gas.

Per un piano del genere ovviamente c’è bisogno di un grande fondo e la Commissione vuole investire quasi 300 miliardi di euro divisi in circa 72 miliardi di sovvenzioni e 225 miliardi di prestiti.

Una soluzione che ha il duplice obiettivo di isolare ancora di più economicamente la Russia ma anche di dare una svolta alla crisi energetica. In questo modo, ha spiegato la von der Leyen, l’obiettivo dell’efficientamento energetico per il 2030 sarà aumentato dal 9% al 13% mentre quello del rinnovabile entro lo stesso anno passerà dal 40% al 45%.

Per raggiungere il traguardo secondo la Commissione gli impianti per le rinnovabili devono essere in prevalenza di interesse pubblico per legge.

In pratica gli Stati membri dovrebbero istituire aree di riferimento dedicate per le energie rinnovabili (cosiddette “go-to-areas”) con procedure di autorizzazione che avranno tempi più brevi e semplificate, dando un grande taglio alla burocrazia.

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