Bonifici e donazioni, cosa fare per non ricevere domande dalla banca

Le situazioni che coinvolgono bonifici e donazioni possono comportare delle conseguenze antipatiche, per quanto si agisca in buonafede. Cosa c’è da sapere.

Dei soldi sotto al martelletto di un giudice
Dei soldi sotto al martelletto di un giudice (Freepik)

Bonifici e donazioni, come dobbiamo comportarci in questi casi? Ci possono essere delle complicazioni riguardo a soldi donati da parenti o amici? Ci sono dei casi in cui, anche per importi inferiori ai mille euro, le banche hanno contattato i rispettivi correntisti.

Il tutto per chiedere spiegazioni e per constatare che non ci sia alcun illecito finanziario in atto. Infatti l’elevato numero di bonifici e donazioni registrati in entrata rappresenta un evento decisamente raro, e quindi passabile di ricevere delle ispezioni del caso.

I sospetti da parte della banca aumentano in maniera ulteriore quando bonifici e donazioni vengono poi dirottati da questo conto corrente ad altre destinazioni analoghe, anche se sempre riconducibili allo stesso soggetto.

Bonifici e donazioni, perché le autorità sono in allerta

Del resto è molto diffusa la pratica di tenere aperti dei conti diversi, allo scopo di evitare di raggiungere la cifra minima di deposito a partire dalla quale è obbligatorio versare i dovuti oneri di gestione. Un limite che di solito parte dai 5mila euro.

La donazione di denaro e di altri beni preziosi esclude di dovere tirare in ballo un notaio, con anche tutte le spese del caso tra parcella del professionista e marche da bollo. Per un risparmio di almeno un paio di centinaia di euro.

Però sempre la donazione è una modalità che può prevedere diversi modi di agire. Non esiste una cifra minima, in base alle attuali norme in materia di sicurezza finanziaria.

Le differenze tra donazioni dirette ed indirette

Casi in cui non è necessario fare ricorso ad un atto notarile sono quelle di carattere indiretto, fatte ad esempio da genitori, nonni o zii a figli e nipoti per aiutarli a comprare una casa o un’auto, oppure a pagarsi gli studi.

Invece un bonifico costituisce una donazione diretta, ed in questo caso il notaio serve. Però la Cassazione ha stabilito delle eccezioni per le quali donazioni indirette possono essere svolte anche tramite bonifico. Del resto si tratta di una forma di versamento tracciabile.

E quindi in queste situazioni pure si può fare a meno del notaio, ma solo se questo trasferimento di denaro serve per motivare un acquisto per un bene che sia proporzionale a suddetta donazione. Inoltre l’atto di acquisto del bene in questione deve riportare che la provenienza dei soldi arriva proprio da un donante e che quindi a pagare non è l’acquirente ma il suddetto donante.

Conservate ogni messaggio e conversazione

Per riassumere il tutto, le donazioni indirette non richiedono la figura di un notaio. Quelle dirette invece si, e bisogna necessariamente procedere con certi passaggi burocratici. E vanno precisate tutte le informazioni possibili sulla provenienza del denaro e su chi ce lo mette.

Non avendo alcun timore, perché non stiamo nascondendo niente, potremo rispondere in tutta serenità ad eventuali domande rivolteci dalla banca. In queste situazioni poi è molto probabile che ci sia uno scambio di messaggi, sia a voce che scritti.

Si consiglia di tenerne traccia, ad esempio facendo degli screenshot sulle chat di whatsapp oppure conservando degli sms, e registrando le telefonate con le persone coinvolte in un discorso che riguarda delle donazioni.

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