Il Pos obbligatorio dal primo luglio fa salire la tensione e non tutti lo vogliono

Pos obbligatorio dal 1 luglio per chi vende beni e servizi. Al centro delle polemiche le commissioni bancarie

Pos obbligatorio
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Mancano circa due settimane alla scadenza. Dal 1 luglio tutte le attività, commerciali e professionali, secondo quanto prevede il decreto Pnrr-2 (DL 36 del 2022), dovranno essere dotati di Pos. Parliamo dello strumento che consente di pagare con la carta e quindi in modo tracciabile, così da sferrare un ulteriore colpo all’evasione fiscale.

Fino al 2021 l’obbligo del Pos ha riguardato tutti gli studi professionali che hanno un fatturato oltre i 25mila euro ma dal mese prossimo anche chi guadagna di meno (i forfettari hanno ancora un margine al di sotto del quale non sono obbligati al Pos). Una categoria in particolare ha espresso tutto il disappunto per la decisione e l’ha fatto attraverso il presidente dell’Ordine.

Gli architetti dicono di no, in particolare quelli di Agrigento, tramite il presidente La Mendola. È in corso un processo di trasformazione delle attività che stanno diventando commerciali, ha denunciato.

Prima le prestazioni intellettuali dell’architetto sono diventate forniture di servizi di architettura e ingegneria. Dopo quelle dei liberi professionisti diventate simili alle attività di operatori economici, ha spiegato il presidente. In questo caso per l’affidamento di prestazioni delicate come la progettazione, partecipano a gare che si chiudono con ribassi.

Pos obbligatorio, perché gli architetti si rifiutano

Tra le critiche di La Mendola c’è il Pos, definito inadeguato alle attività degli architetti che lavorano dopo la sottoscrizione di un contratto. In più sarà un ulteriore spesa per i professionisti perché ci sono i costi di commissioni delle banche per ogni transazione.

Il problema di ridurre la diffusione del denaro in contante c’è, dice La Mendola, e si condivide la politica di voler aumentare la tracciabilità per ridurre l’evasione fiscale. Ma per chi lavora con i contratti, spiega, la situazione è diversa perché i flussi sono tracciati attraverso i bonifici. Architetti e committenti, infatti, stipulano un contratto e le transazioni sono già tracciate.

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Infine si chiede uno stralcio per la posizione degli architetti e dei professionisti dell’area tecnica affinché non ci sia il Pos nelle proprie sedi professionali. Questo tipo di intervento devono farlo i vertici nazionali, dice La Mendola, nelle commissioni parlamentari che lavoreranno nella conversione del decreto in legge n. 36 del 2022.

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