Smart working, la crescita è ormai premiata: ma quanti cambiamenti per tutti

Lo smart working negli ultimi due anni ha modificato le nostre abitudini e tanti effetti ci sono anche per le città

Smart working
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Già nei primi giorni di pandemia, quando non sapevamo questa brutta e inedita storia per il mondo contemporaneo come sarebbe andata a finire, di una cosa eravamo certi: ci sarebbero stati cambiamenti epocali, nel bene o nel male.

Da un momento all’altro ci siamo trovati catapultati in un mondo sconosciuto quanto stretto con effetti pesanti sull’economia e la psicologia. Sul secondo punto lo Stato è anche intervenuto con un bonus, sul primo tutto è ancora in corso e poco ancora si sa.

Perché le situazioni che si sono create hanno davvero aspetti multipli. Forse prima della pandemia a molti sarebbe piaciuto lavorare in casa, evitare lo stress del traffico, risparmiare soldi di trasporti e tempi di percorrenza andata e ritorno.

Smart working, quanti sono oggi i lavoratori

Nico Gronchi, vicepresidente Confesercenti, è intervenuto a Radio Kiss Kiss per parlare degli effetti sull’economia dello smart working, scirinando i numeri. Prima della pandemia, tra pubblico e privato, erano 1,3 milioni i cittadini lavoratori da casa. Il numero è poi schizzato a 9 milioni per poi calare a 6,2 con le graduali riaperture. Parliamo di persone che non vanno più al bar durante la pausa e che non prendono i mezzi. I costi dunque sono diminuiti ma con i rincari delle bollette, lavorare a casa ha comunque un prezzo.

La Confersercenti ha chiesto al governo di avere un maggiore equilibrio per quello che riguarda le norme del pubblico impiego. “Prevarrà una via di mezzo” afferma Gronchi, perché come in tutte le cose ci sono aspetti positivi e negativi. In alcuni settori non si può lavorare sempre e solo da casa e già adesso tante aziende stanno facendo i turni. L’impatto è grande, sulla vita delle persone e sull’economia del paese.

In reatà molte aziende attente alla tematica ambientale, già prima della pandemia avevano sperimentato la turnazione tra chi lavora da casa e chi in ufficio. Il Covid ha costretto ad aumentare il numero dei lavoratori da remoto. Anche quando le restrizioni sono cadute, si è proseguito su questa via perché si è notato un risparmio nei costi di gestione con gli uffici chiusi o funzionanti a metà. Ma per alcuni è necessario il confronto quotidiano. Insomma, un equilibrio si sta trovando ma la ricostruzione post-Covid è ancora in corso.

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