Truffa un Comune della Francia e manda i soldi al proprio paese

Truffa un Comune della Francia: è questa l’accusa della Procura della Repubblica di Prato: raggiro per 129mila euro

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AnsaFoto

Una Procura italiana che si interessa di un truffa ai danni di un piccolo Comune francese. È lo strano caso che riguarda un cittadino cinese 39enne residente a Prato.

Ma cosa c’entra la Francia? Un comune aveva dato l’acconto di 129mila euro a un professionista per la costruzione di una scuola. I soldi sono passati appunto per l’uomo di Prato e il denaro ha cominicato un altro giro.

Il Gip di Prato, su richiesta della Procura della Repubblica, ha disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca. Il cittadino cinese assistito dall’avvocato Tiziano Veltri – riporta La Nazioneè indagato per truffa in concorso con ignoti ai danni del comune francese. C’è anche l’accusa di autoriciclaggio ed evasione dell’Iva. L’ultima contestazione è emersa in un secondo momento, a seguito dalla indagini della Guardia di Finanza.

Truffa un Comune della Francia: i fatti

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L’azione giudiziaria è partita dalla denuncia presentata dal Comune di Montfermeil, cittadina di 25.000 abitanti della regione dell’Île-de-France. Il Comune avevagià collaborato in passato con la ditta di costruzioni francesi e ora era pronta ad avviare altri lavori per la costruzione di una scuola per un appalto di 4 milioni di euro.

Ma il 5% – come prevede il contratto – sarebbe stato versato come anticipo. Secondo quanto ricostruito finora, un funzionario del Comune ha fatto partire il bonifico per l’acconto ma i soldi sono finiti su un conto italiano, al titolare della confezione Zheng.

Arrivati i soldi sul conto il titolare ha eseguito un bonifico di 31mila euro e un altro di 48mila, spedendo l’intera cifra in Cina. Le indagini sono arrivate subito a lui. Da chiarire bene il ruolo dell’uomo. Non è escluso che abbia indotto la funzionaria del Comune in errore e a farsi accreditare i soldi sul conto o l’abbia fatto un complice.

Dopo la prima richiesta in Francia sono arrivate altre telefonate, per chiedere ancora soldi. A quel punto la persona dipendente del Comune si è resa conto che qualcosa non andava.

Le indagini hanno chiarito anche se solo il cittadino cinese aveva quel conto nella propria disponibilità. Il sequestro è di  480.000 euro perché dagli approfondimenti è emerso che la confezione non aveva versato l’Iva per circa 350.000 euro.

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