Pos obbligatorio, in alcuni casi non potete farci nulla: niente multa

Pos obbligatorio ma la legge prevede delle eccezione dove il rifiuto del pagamento elettronico non è un’inflazione

Pos obbligatorio
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Dal 30 giugno commercianti e professionisti sono tenuti ad accettare pagamenti con il Pos se il cliente vuole pagare in questo modo. Una novità che è stata anticipata visto che doveva entrare in vigore il 1 gennaio 2023, ma nell’ambito della lotta all’evasione fiscale, l’esecutivo di Mario Draghi ha accelerato l’entrata in vigore della legge.

Da quel giorno non sono neanche mancati i problemi con qualcuno che vuole cercare di fare il furbetto. Ma facciamo prima un passo indientro, vediamo cosa dice la legge e poi capiamo cosa sta succedendo nei negozi.

Pos obbligatorio, cosa dice la legge

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Sul web, ovviamente, si è anche scatenata una campagna di disinformazione. In tanti hanno scritto che il governo ci obbliga a pagare con la carta per controllare i nostri movimenti economici.

Di obbligatorio non c’è nulla. Si può sempre pagare in contanti, purché non si superi il tetto di 1.999,99 euro (dal 1 gennaio 2023 calerà a 999,99 euro) e che in cambio sia fatto lo scontrino o la fattura.

L’obbligo del Pos vale se il cliente vuole pagare così. In pratica, il commerciante o il professionista non può rifiutare di accettare la carta. Se succede, rischia una multa di quota fissa pari a 30 euro più il 4% della cifra che non ha voluto accettare con la carta.

La giornalista Selvaggia Lucarelli è molto attiva su questo fronte. Ha segnalato diverse anomalie come il gelataio in provincia di Treviso che pratica due diversi prezzi se si paga con la carta o con i contati.

Cosa fare in questo caso? Bisogna chiamare la Guardia di Finanza al 117 poiché è difficile che le forze dell’ordine si trovino nell’attività al momento in cui una persona vuole pagare con la carta.

Rifiutare il Pos senza incorrere nella multa

Ma ci sono dei casi in cui si può rifiutare il pagamento elettronico e non succede nulla. Sono casi specifici e bisogna stare attenti che non si tratti di una scusa. Se non c’è la linea di connessione o il dispositivo è rotto, il cliente è “costretto” a pagare in contanti.

Si consiglia però di conservare lo scontrino o fotografare un eventuale cartello (che sarebbe corretto affiggere) che avverta del mancato funzionamento del Pos. Un problema che dovrebbe essere temppraneo e se non si tratta di linea ma di guasto del dispositivo, il commerciante deve far riparare il prima possibile. Se dopo un po’ di tempo la situazione ancora non è cambiata, allora c’è più di qualche motivo per sospettare che forse il guasto fosse solo una scusa.

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