Ecco quanti soldi perdi sul conto corrente ogni 3 anni

Soldi persi sul conto quando dopo una certo periodo: è possibile fare un calcolo con i dati ora disponibili

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L’inflazione è l’aumento dei prezzi di beni e servizi e dunque colpisce indistintamente ricchi e poveri. Di conseguenza è la perdita del potere d’acquisto nel tempo. Quando nel 2002 è stato introdotto l’euro, con 1.000 euro si potevano comprare molte più cose di ora, il valore erano maggiore.

Più o meno la stessa cosa avviene con i soldi che si hanno sul conto, che sia bancario o postale. Quando l’inflazione è alta, è meglio investire o tenere i soldi liquidi? Il più delle vote sono due gli errori che si commettono.

Il primo è considerare poco l’inflazione, come se fosse qualcosa che non ci riguarda. Ciò è sbagliatissimo. Come detto colpisce tutti anche se per i poveri ovviamente è sempre più difficile perché ci sono meno armi a disposizione per combatterla.

Il secondo errore è quello di tenere i soldi liquidi. La paura di effettuare un investimento è più che legittima, ma di cerco c’è che la banconota di 100 euro man mano avrà sempre un valore minore. Chi investe invece ha la possibilità di guadagnare. Quindi se da un lato c’è la perdita sicura del valore d’acquisto, dall’altro oltre alla possibilità che l’investimento possa andare male, non è escluso che possa andare bene.

Soldi che si perdono sul conto: cos’ha fatto la Bce

LE NOTIZIE IMPORTANTI DA NON PERDERE OGGI:

Giovedì scorso la BCE ha alzato i tassi di interesse di 0,75 punti. Una decisione che è come una presa di posizione contro il rialzo dei prezzi che ha raggiunto cime insostenibili. Dunque oggi il tasso principale è pari all’1,25%, mentre quello sui depositi e quello sui prestiti marginali sono dello 0,75% e dell’1,50%. La Banca Centrale ha inoltre rivisto al rialzo le stime sull’inflazione per il 2022 dell’8,1% e per il biennio a venire: del 5,5% per il 2023 e 2,3% per il 2024.

Vediamo quanto si perde su un conto in tre anni. Simuliamo una stima sul valore reale di 10mila euro al termine del triennio in questione. Innanzitutto ci sono le commissioni di tenuta conto bancario o postale o online (ricordiamo però che per il libretto postale non sono previsti costi di gestione). I conti più economici sono sicuramente quelli online rispetto ai tradizionali. Stimando una media forfettaria di 4-5 euro mensili per 36 mesi, si arriva a 144-180 euro.

Bisogna aggiungere l’imposta di bollo di 34,20 euro annui per le persone fisiche che hanno giacenze superiore ai 5mila euro: il totale è pari a 102,60 euro. Infine c’è appunto l’inflazione cumulata del triennio. Considerando sempre le stime, aggiungiamo un altro 15,5% di perdita di potere d’acquisto.

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