Mercato del Vino, lo stop dell’OMS: addio pubblicità e pronta la sovrattassa

Doccia fredda sul vino, brutte notizie per i produttori, ma anche i consumatori: addio pubblicità e pronta la sovrattassa.

oms contro vino
foto Canva

Il vino messo sullo stesso livello del tabacco: molto più di un famosissimo e antico proverbio, che qualcuno fa addirittura risalire all’Antica Roma. A quanto pare “Bacco, tabacco e Venere” che ridurrebbero l’uomo in cenere sono finiti direttamente nel mirino dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’alcol, a dire la verità, ci era finito già in altre sue forme da diverso tempo e anche il fumo è ormai nella black-list. Ma Bacco, nella sua versione più nobile e poetica, quella legata al vino, finora sembrava intoccabile.

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Bisogna ormai parlare al passato, secondo quanto denunciano tante organizzazioni e confederazioni italiane che col vino ci lavoratori, come produttori e distributori. A volere un cambio di rotta in un mercato che solo in Italia dà da mangiare a decine di migliaia di famiglie è a quanto pare l’OMS, sezione Europa, che da Israele ha lanciato un documento che fa discutere e non poco. Si tratta del “European framework for action on alcohol 2022-2025”, il cui fine è senza dubbio importante: ridurre in un triennio del 10% il consumo di alcol.

Peccato però che – secondo chi produce e distribuisce vino – nel documento non si faccia differenza tra uso e abuso, né si tenga conto della mappa della diffusione dell’alcolismo nei Paesi europei. Nel calderone dell’OMS sarebbero finiti tutti e in particolare a farne le spese sarebbe il mercato del vino. Secondo il documento, infatti, va incentivata una strategia che si muove su tre fronti. Innanzitutto, viene previsto un aumento della tassazione, e in secondo luogo si punta al divieto non solo di pubblicità, ma in generale di ogni azione di marketing. Il terzo punto è quello che sconcerta chi col mercato del vino ci vive: l’obbligo di health warming in etichetta.

Secondo quanto viene denunciato, questo significherebbe di fatto equiparare il vino alle sigarette. Per Coldiretti, è un vero e proprio attacco a “un prodotto con una storia millenaria” e a un settore che solo in Italia fa 12 miliardi di euro di fatturato, dando lavoro a 1,3 milioni di persone. Si tratterebbe – viene evidenziato – di far passare un messaggio totalmente sbagliato, che mette a rischio un mercato importante. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Unione Italiana Vini (Uiv), secondo la quale, sia la Global alcohol strategy approvata lo scorso maggio dalla stessa Oms, che le recenti mosse del Parlamento Europeo, andrebbero in un’altra direzione. Ovvero quella di “focalizzare l’azione sul consumo dannoso di alcol”. D’altronde, sostiene chi produce il “nettare degli dei”, un bicchiere di vino non ha mai fatto male a nessuno.

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