Polizia Postale: il decalogo anti violenza sul web

La polizia postale sta organizzando delle lezioni formative per gli studenti di medie e superiori sul tema della violenza online.

Decalogo antiviolenza online polizia postale webinar
(Screenshot video)

La polizia postale ha deciso di organizzare dei webinar informativi in materia di violenza online e stilare un decalogo delle regole da seguire. I destinatari dei corsi di formazione sono gli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, quindi ragazzi dagli 11 ai 18 anni-19 anni. Al loro fianco anche insegnanti e genitori, ai quali sono stati forniti alcuni strumenti per riconoscere le vittime di violenze online.

L’iniziativa è nata in occasione della Giornata nazionale contro la violenza sulle donne, in cui le autorità hanno colto l’occasione per diffondere informazione in materia di temi quali revenge porn, sexting e ogni altra forma di prevaricazione connessa all’uso distorto dei mezzi tecnologici e di comunicazione che oggi abbiamo a nostra disposizione.

I casi di violenza online hanno subito aumenti vertiginosi negli ultimi due anni

I giovani d’oggi sono infatti sempre più precoci nell’uso dei device elettronici ed è per questo che il rischio di esporsi a cyberbullismo e violenza aumenta esponenzialmente. Lo scorso anno, ad esempio, la polizia postale ha registrato un aumento del 34% nei casi di stalking attraverso l’uso del web. Anche per quanto concerne il reato di molestie di dati sono preoccupanti, con un incremento del 33% tra 2020 e 2021.

I casi di revenge porn hanno subito un aumento esponenziale del 110%. Se ne sono registrati ben 265 contro i 126 dell’anno precedente. Quasi nell’80% dei casi le vittime sono state donne, di cui 185 adulte e ben 25 minorenni.

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Per far fronte a ciò, le autorità hanno dunque condiviso una lista di 10 punti da seguire per tenersi al sicuro dalla violenza online e per non rischiare di diventare artefici di atti illeciti. Ecco alcuni dei punti esplicitati dall’autorità:

  • Non diffondere immagini e video personali tramite profili social e messaggi;
  • contattare la polizia per ricevere supporto in caso di problemi relativi alla cyberviolenza;
  • segnalare il reato al Garante per la protezione dei dati in caso di diffusione di materiale non autorizzato che ci riguarda;
  • non diffondere immagini sessualmente esplicite;
  • non condividere le proprie password, soprattutto con partner gelosi e oppressivi.

In generale, dunque, prevenire è meglio che curare. In questo caso si può farlo prestando attenzione al materiale che si condivide online.

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