Truffa all’ASL: caos per dipendenti e pazienti

Truffa all’ASL e il conto al momento lo pagano i lavoratori e i cittadini che restano in attesa delle cure: cos’è successo

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La Procura di Velletri sta indagando per una presunta truffa nei confronti della ASL Roma 6. La conseguenza è grave per i lavoratori e i cittadini che attendono l’assistenza dell’Azienda Sanitaria. Sono stati momentaneamente bloccati gli stipendi ai dipendenti e i farmaci per i pazienti.

La proprietà del Gruppo INI ha fatto sapere alla UIL FPL Roma e Lazio e alle altre organizzazioni sindacali perché gli stipendi non sono stati erogati.

Tali seri problemi si stano verificato nella sede di Grottaferrata ma anche nelle altre strutture del Gruppo INI.

Blocco quindi delle mensilità di novembre ma anche delle tredicesime, proprio ora che i dipendenti ne hanno più bisogna tra il caro-vita che continua a stritolare e le imminenti festività natalizie.

Grave danno ovviamente anche per i pazienti. Un effetto domino che come sempre ricade per la maggior sui più deboli. Per tale motivo la UIL FPL Roma e Lazio con CGIL FP Roma e Lazio e CISL FP Lazio hanno chiesto l’intervento del Prefetto di Roma.

Truffa all’ASL, telefonate per le donazioni

Non è la prima volta che la Asl del Lazio viene presa di mira. Successe anche nel 2020 e in quel caso i truffatori usarono il nome della Asl Roma 1 sottrarre soldi ai cittadini. Diversi episodi avvennero in modo particolare nella II municipalità.

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Delle persone, soprattutto anziani, denunciarono di essere state contattate dall’Asl che chiedeva donazioni per i malati. L’azienda con un comunicato ufficiale smentì categoricamente, scrivendo che nessuna raccolta fondi era stata autorizzata.

Difendersi dalle truffe

L’Asl, così come l’Insp, l’Agenzia delle Entrate, Poste Italiane e le banche, vengono sempre usate per fini criminali. Il nome di questi enti si trovano nei messaggi truffa, tentativi di Phishing – come vengono chiamati – che hanno il fine di ottenere i dati sensibili delle potenziali vittime.

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Si ricorda che le succitate organizzazioni non chiedono mai informazioni riservate e soprattutto che non contattato i cittadini via email, sms o telefonate, allegando link. Se ciò dovesse succedere bisogna immediatamente contattare le forze dell’ordine.

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