Edwige Fenech, super attico conteso dal Fisco: i guai dell’attrice

La bella e famosa showgirl ha dovuto affrontare una situazione piuttosto antipatica riguardo alla propria abitazione.

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Edwige Fenech (Screenshot video)

Edwige Fenech, classe 1948, nata in Algeria, è sicuramente una delle attrici più conosciute e di maggior successo che si è distinta a partire dagli anni Sessanta.

La sua eccezionale avvenenza e il suo talento, infatti, le hanno permesso di effettuare una carriera decisamente brillante nel piccolo e nel grande schermo. Non soltanto, però, in qualità di interprete, bensì anche come conduttrice e produttrice.

E, per l’appunto, sono veramente numerose le pellicole che, nel corso del tempo, ha inanellato. Tuttavia, non è questa la sede per elencare ogni titolo importante in cui ha presenziato, ma, a tal proposito, possiamo almeno ricordarne una manciata.

Per esempio, per citare soltanto qualche film possiamo menzionare Lo Strano Vizio della Signora Ward, La Pretora, Il suo nome faceva tremare l’Interpol, 40 Gradi al’ombra del lenzuolo, e via discorrendo.

Insomma, le soddisfazioni non sono mancate per questa famosa artista che ha saputo sicuramente brillare e risaltare tra tanti.

Il ricorso di Agenzia delle Entrate

Tuttavia, soltanto qualche anno fa, la Fenech ha dovuto fare i conti con qualche di molto diverso e che non riguarda il mondo dello spettacolo. Anzi, si tratta di una vicenda che ha a che fare con la sua vita privata.

Ci stiamo riferendo, quindi, alla splendida casa, situata nella Capitale, che l’ha portata a dover avere una piccola controversia con il Fisco. In particolare, l’enorme attico, che sorge nel quartiere di Prati, pare che, secondo alcuni fonti, abbia precisamente una dimensione di oltre 380 metri quadrati.

Così, stando alle valutazioni di Agenzia delle Entrate, codesta metratura rientrerebbe nella categoria di immobile di lusso. Tale definizione, dunque, non gli permette di avere una tassazione agevolata, quella che potrebbe essere data per l’acquisto della prima casa.

Successivamente, quindi, è stata proprio la Cassazione ad accettare il ricorso del suddetto ente. Nella fattispecie, in precedenza i giudici tributari avevano considerato che la superficie fosse di 240 metri quadrati, escludendo dal conteggio la veranda e la terrazza.

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Era stata proprio questa diversità di visione che, infatti, aveva permesso al superattico dell’attrice di non essere definito come mattone di lusso.

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