Bonus cancellati nel 2023: a questi soldi diremo addio

Molti bonus cancellati nel 2023: il governo non ha rinnovato le agevolazioni previste fino allo scorso anno

Bonus 2023
Adobe – Bonificobancario.it

Dalla pandemia tanti lavoratori hanno beneficiato dei bonus. Questo tipo di politica è stata necessaria perché alla crisi causata dal Covid (avvenuto mentre le condizioni economiche non erano delle migliori, trascinate già dal 2008) è arrivata l’altissima inflazione per gli alti costi energetici. L’attacco della Russia all’Ucraina ha fatto aumentare il caro vita che era già in crescita, dando un colpo quasi mortale a stipendi e risparmi.

Il governo Conte prima e quello di Draghi poi hanno creato tante agevolazioni che nel 2023 spariranno. L’esecutivo guidato da Giorgia Meloni infatti non ha rinnovato nella Legge di Bilancio molte misure.

Bonus cancellati nel 2023: quali sono

Confermato il bonus sociale (anche allargato, previsto prima per chi aveva un Isee fino a 12mila euro, ora 15mila) altri sono stati cancellati. Una tantum da 200 euro e quella da 150 non sono previsti. Il primo era stato erogato a luglio per i redditi inferiori ai 35mila euro all’anno. Il secondo, invece, per chi guadagna meno di 20mila.

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Cancellato anche il bonus tv che consentiva di comprare un nuovo televisione o un decoder, così come il bonus rottamazione consistente in 100 euro per l’acquisto di un nuovo dispositivo se si fosse consegnato uno vecchio. Mentre il bonus 110% è stato ridotto a 90%, quello delle facciate non esiste più. Addio anche al bonus trasporti da 60 euro per gli abbonamenti di autobus e metropolitane per i cittadini con Isee inferiore ai 35mila euro.

A favore dei lavoratori dipendenti c’è però il taglio del cuneo fiscale. Il governo Draghi lo aveva previsto al 2% per chi rientra nei redditi di massimo 35mila euro. L’attuale esecutivo ha stabilito un taglio di un ulteriore punto, al 3%, per chi è sotto i 25mila euro.

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Per cuneo fiscale s’intende la differenza tra lo stipendio lordo pagato dal datore di lavoro e il netto che riceve in busta paga il lavoratore. In pratica è la quota di tasse costituita da imposte dirette, indirette e contributi per la previdenza.

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