Matteo Messina Denaro: il bonifico con cui ha pagato l’auto

Matteo Messina Denaro, ecco il bonifico usato per l’acquisto del mezzo: gli investigatori stanno spulciando i dettagli di ogni spesa

matteo messina denaro
Foto dal web

Se la latitanza di Matteo Messina Denaro ha ancora tanti punti oscuri da chiarire, soprattutto per quanto riguarda gli appoggi di cui ha goduto, una cosa è certa: rispetto agli altri capi mafia corleonesi, in particolare Riina e Provenzano, aveva una vita più “ordinaria”, come se fosse un cittadino qualunque.

Ciò possiamo dirlo stando almeno alle conoscenze che abbiamo sulla vita svolta dagli altri due terribili mafiosi. Messina Denaro faceva selfie medici e pazienti, usciva tranquillamente e comprava auto e case.

Matteo Messina Denaro, gli appunti sui soldi

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Negli ultimi giorni si è scritto tanto sull’Alfa Romeo Giulietta trovata nella sua disponibilità. “Bonifico effettuato stamani, domani ti porto il cartaceo” aveva scritto il boss conosciuto fino a quel momento come Andrea Bonafede al concessionario.

Aveva dato in permuta una Fiat 500 che era stata valutata 10mila euro di cui 9mila pagati in modalità tracciabile. Come un qualsiasi onesto cittadino era partito da Campobello di Mazara, dove aveva costruito il suo rifugio, per andare a comprare il mezzo a Palermo.

La proposta di acquisto risale al 7 gennaio, nove giorni prima dell’arresto. Altri 15mila euro erano stati usati per comprare la casa a via San Vito, ribattezzato il primo covo, intestato sempre a Bonafede.

Quest’ultimo aveva versato la somma con banconote da 50 euro sul proprio conto presso l’ufficio postale. Successivamente ha emesso un assegno circolare da consegnare al venditore. Tutto operazioni sulle quali ovviamente si è focalizzata l’attenzione degli investigatori.

Altro aspetto che ha colpito molto è che come un buon padre di famiglia il boss appuntava su un’agenda tutte le uscite, calcolando poi la somma mensile. Infatti sono stati ritrovati anche gli scontrini di ristoranti e pizzerie. L’ultima cifra totale del mese era pari a 7.700 euro: 700 euro erano soli di uscite al ristorante.

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I soldi non scarseggiavano come si poteva facilmente prevedere e proprio sui canali e proprio sui canali economici si deve far luce. Continuano infatti senza sosta le indagini dei carabinieri del Ros sotto la coordinazione dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo. Tra le carte trovate ci sono cifre accanto a sigle: probabilmente sono nomi di persone ora tutte da scoprire.

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