Il famoso chef pluristellato, non molto tempo fa, è stato vittima di un imbroglio. Adesso, però, ci sarà la resa dei conti.
Antonino Cannavacciuolo è un noto chef che, ormai da diversi anni, ha conquistato le simpatie di numerosi italiani, facendosi conoscere dal grande pubblico, in particolar modo, grazie a seguitissimi programmi televisivi.
Uno tra tutti è certamente Masterchef, il cooking show per eccellenza, nel quale, insieme con altri severi colleghi, veste il ruolo di giudice.
E, peraltro, si tratta di un format che, arrivato addirittura alla dodicesima edizione, nonostante il tempo passi, non perde ascolti e attenzioni da parte dei telespettatori.
Ma, bisogna sottolineare che, dietro alla sua maestria e al suo talento, c’è di certo anche un’impegnativa gavetta e un duro lavoro che lo hanno reso un professionista dei fornelli e che gli sono valse persino ben sette stelle Michelin.
Naturalmente, però, oltre a essere un apprezzato volto televisivo, Cannavacciuolo, passo dopo passo, ha anche aperto diverse attività di successo come, per esempio, Laqua Countryside a Vico Equense, Laqua Vineyard, Villa Crespi, e altro ancora.
Insomma, un vero e proprio impero culinario che lo rende uno dei protagonisti della ristorazione del Bel Paese.
L’appropriazione indebita
Tuttavia, secondo quanto viene riportato, il cuoco pluristellato, una manciata di anni fa, è stato vittima di una truffa bella e buona che, infine, è stata smascherata grazie alla comunicazione da parte di un’ammiratrice.
Tramite Facebook, quindi, Cannavacciuolo era venuto al corrente dell’esistenza di un volantino che riportava la sua figura e che reclamizzava l’apertura di un locale nel ravennate.
Insomma, in questa pubblicità si vantava un menù di pesce curato proprio dal popolare chef napoletano.
Successivamente, quindi, Cannavacciuolo ha voluto andare in fondo a questa storia, chiedendo alla segretaria personale di scoprire maggiori informazioni a riguardo. La donna, perciò, fingendosi una cliente, aveva poi avuto la conferma di quanto era stato affermato in precedenza.
In seguito, è scattata la denuncia, e al momento, a essere finiti sul banco degli imputati del Tribunale di Ravenna sono un sessantatreenne originario di Lumezzane, località in provincia di Brescia, e due uomini cubani.
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I tre, per l’appunto, sono accusati di appropriazione indebita del marchio registrato da Antonino Cannavacciuolo.